mercoledì 24 giugno 2015

Pro e contro dei corsi di scrittura – Praticamente


Ciclicamente torna il dibattito, pro o contro i corsi di scrittura? A farmi capire quanto interesse ci sia su questo tema è stato, tra le altre cose, questo post sul blog di Marina.
A scanso di equivoci, meglio chiarire subito che io sono favorevole ai corsi di qualsiasi genere, memore dell'insegnamento della nonna "impara l'arte e mettila da parte". Ho dedicato due anni della mia vita al master in Tecniche della Narrazione presso la scuola Holden di Torino e da due anni tengo un corso base di narratologia presso Ecomuseo del Lago d'Ora.
Sul master torinese ho ancora sentimenti contrastanti per motivi extra scrittura. Col senno di poi, se avessi invece frequentato in quegli anni la scuola di specializzazione per l'insegnamento adesso sarei di ruolo. Invece, al termine del master la scuola è stata chiusa, cosa che mi ha portato a insegnare da non abilitata a fare un corso abilitante di dubbia utilità pratica e, ora, a essere esclusa dal piano assunzioni della nuova riforma. Col senno di poi, però, tutto è più facile. Va anche detto che alla fine del master mi era stato offerto uno stage con editor presso Fabbri, che ho rifiutato perché avrei dovuto licenziarmi da un lavoro meglio retribuito. Mi rimane, quindi, la sensazione, forse fasulla, di aver buttato voi delle occasioni. I miei dubbi retroattivi, però, hanno poco a che fare con la scrittura. Come autrice quei due anni mi sono serviti e me ne rendo conto più ora di quando ero fresca di diploma. 
Avendo vissuto i corsi di scrittura sia da una parte che dall'altra della cattedra, poi, mi rendo conto forse meglio di altri di quello che un corso di scrittura può o non può fare.

QUELLO CHE UN CORSO DI SCRITTURA NON FA

Trasformare chiunque in un grande autore
Gli artisti, tutti, diventano tali per un mix di propensione individuale (il così detto talento), lo studio personale delle opere altrui, la dedizione e un briciolo di tecnica. Un corso, in qualsiasi comparto artistico, incide sull'ultimo di questi aspetti e un poco sul secondo, allargando gli orizzonti dello studente. Il primo e il terzo punto, che poi sono quelli fondamentali, rimangono a completo carico del singolo. Vale per la scrittura, per la musica, per la pittura, la fotografia e pure per la cucina. Per motivi che mi sfuggono, però, per la musica, la pittura e tutto il resto questo è un dato acquisito, per la scrittura bisogna ogni volta ribadirlo.

Dare contatti certi con case editrici
Alcuni corsi di scrittura sono in contatto più o meno diretto con realtà editoriali. Questo non vuol dire che per tutti i corsisti la pubblicazione sarà garantita. Anzi. Magari un corsista di particolare talento/sensibilità particolarmente affine a ciò che la casa editrice cerca sarà invitato a inviare la sua opera. Tale opera poi verrà valutata. Nulla è garantito.
Io e alcuni miei compagni di master abbiamo pubblicato dei romanzi. Un paio di loro ha effettivamente preso dei contatti durante il master. Io, ad esempio, no. Uno dei compagni che più stimo è poi stato finalista al premio Calvino e la sua opera è stata selezionata per la pubblicazione.

Standardizzare lo stile di scrittura
Non so perché, ma qualcuno ha paura che, frequentando un corso, potrebbe perdere la propria voce personale. Nessuno al mondo vuole standardizzare la scrittura di un autore. In generale gli editori cercano proprio voci personali. Magari si impara cosa è più leggibile e cosa non lo è. Poi ognuno è libero di scegliere la propria strada con consapevolezza. È chiaro che se scrivo periodi di 50 righe e non seguo minimamente la struttura in tre atti sto creando un'opera che molti (editori compresi) troveranno ostica. Nessuno però mi vieta di farlo, anzi.

Rubare le idee/i testi
Questa è un'altra strana paura. Che un corsista di talento racconti il proprio romanzo e zac, qualcuno glielo freghi. Se siete così bravi, al massimo verrete invitati a inviare l'opera al giusto editore. Il plagio in narrativa è rarissimo. Per altro, considerato il giro d'affari della narrativa italiana, assai poco remunerativo. Insomma, a nessuno conviene rubare i vostri scritti. Tanto più a un corso che, si spera, ci tiene alla propria professionalità.


QUELLO CHE UN CORSO PUÒ FARE

Allargare i tuoi orizzonti di lettore
Lo ammetto. Prima di entrare alla Holden non sapevo chi era Carver. Avevo letto pochissimo Hemingway. Non avevo terminato Lolita. Un corso di scrittura è in primo luogo un invito alla lettura. Come dice Marina nel post che ho citato, la lettura è la prima palestra per uno scrittura. Una lettura guidata può essere ancora più utile. Le tematiche dei racconti di Carver continuano a non essere il top del mio interesse, ma i dialoghi di Carver mi hanno incantato. Insomma, ho allargato i miei orizzonti e ho imparato a far caso a particolari che prima mi sfuggivano.

Esercizio e confronto tra pari
In un buon corso si fanno esercizi e poi si leggono i testi prodotti. Si scrive più di quanto si farebbe normalmente, ci si mette alla prova, si scopre, magari di riuscire meglio in qualcosa che non si aveva previsto e ce ne si rende conto confrontandosi con i compagni, col gruppo dei pari. Io ero entrata al master per specializzarmi in divulgazione culturale. Ho scoperto che la narrativa mi piaceva un sacco e di non cavarvela male neppure a scrivere di cinema. La sceneggiatura, invece, proprio non fa per me. Come potevo scoprirlo se non provando e confrontandomi con i compagni?

Tempo per maturare
Questo secondo me è uno dei punti più importanti. Che sia lungo o breve, un corso è del tempo che si è deciso di investire sulla scrittura. Un investimento emotivo, oltre che pratico. Tempo per guardarsi dentro, capire di che cosa davvero si voglia parlare e se ne valga la pena. Può essere una spinta psicologica non indifferente "sono arrivata fin qui, non posso mollare proprio ora..." piuttosto che "forse non fa per me fino in fondo".

Entrare in contatto con la realtà editoriale
Un buon corso avrà come docente qualcuno che ha fatto qualche passo più di noi nel mondo editoriale e ce lo può raccontare per com'è davvero, con i suoi pro e i suoi molto contro. Da un corso si deve uscire consapevoli di tutti i problemi che l'editoria italiana ha, ma anche con alcune informazioni pratiche. Come si presenta un romanzo a un editore, formato, lettera di presentazione etc. e che scopo ha ogni cosa. Quando e come inviare. Che cos'è l'editor e che cosa fa. Saper leggere un contratto editoriale e riconoscerne le trappole.


QUINDI TENAR CONSIGLIA DI SEGUIRE UN CORSO?
Dipende. 
Dalle aspettative. 
Dal corso. 
In generale penso che un corso male non possa mai fare. Più cose si imparano è meglio è. Bisogna però capire che cosa offre un corso, per non crearsi aspettative sbagliate o eccessive. Come per la musica, un conto è iscriversi al conservatorio e un altro è farsi dare lezioni dal vicino di casa che strimpella un po' la chitarra. Entrambe le cose possono servire, ma è ovvio che siano diverse. E entrambi i corsi saranno inutili senza dedizione e talento.

Questo è ciò che penso io sui corsi di scrittura, opinioni che si sono formate sulla base delle mie esperienze personali. Le vostre quali sono?

33 commenti:

  1. Gli unici corsi di scrittura creativa che ho fatto sono stati quelli che mi sono serviti per prendere la Laurea Specialistica, e credo siano l'unico aspetto positivo del famigerato 3+2 a cui mi sono convertita dopo il primo anno di università. Questi corsi, però, essendo connessi ai rispettivi esami universitari, avevano una valenza diversa. Facevano media, erano parte di un prodotto formativo più ampio. La mia specializzazione era "ideazione e sviluppo di prodotti mediali", quindi mi sono esercitata anche nel creare un reality! :-D
    Un corso di narrativa vera e propria non l'ho mai fatto. Mi piacerebbe, però, soprattutto per l'aspetto relazionale e per la possibilità di confrontarsi con altri autori. In questa fase di evoluzione creativa, la cosa che mi manca di più è la possibilità di capire se c'è qualcosa di valido in ciò che sto facendo. Mancanza relativa, però: sia il blog sia il confronto con Marina mi stanno dando molti spunti e molte dritte.

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    1. Infatti c'è una mia amica (ciao Manu, sto parlando di te!) che si è fatta le ossa sui siti di scrittura e ha delle basi tecniche che le invidio. Il corso non è indispensabile, il confronto sì. Io prima del corso ero ancora più timida di quanto sia ora e non osavo prendere contatti sul web. Per chi ha un carattere diverso anche altre strade possono essere interessanti.

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    2. Io credo di aver fatto dei bei passi avanti nell'ultimo anno, e vorrei scrivere un post al riguardo quanto prima. Ma mi rendo conto che la strada è ancora molto lunga...

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  2. Ottimo post pieno di argomentazioni e spunti utili che aderiscono alla realtà. Ne ho frequentati diversi, e ne dico un gran bene, poi come dici tu non possonofare il miracolo, è ovvio, del resto se mi iscrivessi a un corso di musica, be' rimarrei quella che sono: incapace di leggere lo spartito. Ottimi gli incontri fatti, amicizie che ancora durano. Un buon corso fa una bella scrematura di solito, chi ha difficoltà addirittura a fare i compiti della settimana, con la solita scusa del tempo, be' capisce che avventurarsi in un romanzo sarebbe una follia. A me hanno dato tanto, anche l'ultimo molto tecnico in relazione al romanzo che ho appena finito, anzi addirittura un personaggio del libro è nato al corso e non da me, da un compagno, quando ci scambiammo i personaggi per esercitarsi a scrivere dentro paletti predefiniti. Sandra

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    1. Sì, un corso ti mette a contatto con possibilità e limiti oggettivi. A volte il tempo non è una scusa. Bisogna capire che genere di investimento in termini di energie comporti, ad esempio, un romanzo. Sarei impazzita se durante il PAS ne avessi avuto uno in lavorazione.
      Poi, ecco, magari lo spartito ti insegnano a leggerlo (sono riusciti a insegnarlo a me), ma se proprio non sei portato o non hai inventiva un corso può anche servire a capirlo. Con la musica per me è stato così. Facevo una fatica immane a imparare brani che i miei compagni di corso imparavano a eseguire in un pomeriggio. Meglio cambiar strada!

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    2. Io mi riferivo, ho scritto il commento di gran fretta, a piccolissimi componimenti assegnati per casa, mezza pagina, al massimo un brevissimo racconto, seguendo qualche regola tecnica imparata a lezione, se non arrivi in una settimana a farlo, ma riesci a seguire il corso per me significa che la tua vita non è così incasinata da mollare le lezioni, io lo feci quando seguivo mio padre, abbandonai il corso, e a sto punto fai anche i compiti, magari rubando mezz'ora di sonno. E poi ho dimenticato di dirti che col senno di poi saremmo tutti felici e ricchissimi, non crucciarti per scelte che, all'opoca di sicuro ti erano sembrate quelle più adatte a te e al momento. Sandra versione vecchia zia.

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    3. W le vecchie zie (categoria della quale ormai, tra l'altro, faccio parte)

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  3. Una volta fantasticavo spesso di frequentare un corso di scrittura. Mi attirava l'idea di imparare qualcosa e soprattutto, come ha accennato Chiara, conoscere altri scrittori. Adesso l'idea ha perso un po' il suo fascino. Continuo a studiare come scrivere sempre meglio, ma preferisco farlo per i fatti miei. Può darsi che nei prossimi mesi vivrò nelle vicinanze della scuola Holden :)

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    1. Negli ultimi anni la Holden ha cambiato molto il suo approccio didattico e, dato che l'ultima collaborazione con loro l'ho fatta nel 2010 ho un po' perso il polso della situazione. Non sono neanche andata a vedere la nuova sede, volevo farlo con una ex compagna, ma non siamo mai riuscite ad organizzare... In ogni caso, ognuno deve trovare la propria strada, c'è chi è più portato per lo studio individuale, chi ha bisogno del gruppo. L'importante, credo, è cercare sempre di migliorarsi.

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  4. Grazie per avere preso spunto dal mio post. Tu, qui, dice cose vere e interessanti: a parte rubare idee e testi, direi che la prima parte del tuo articolo è una sintesi del mio pregiudizio verso i corsi di scrittura, ma la mia idea è legata maggiormente alla falsa convinzione di diventare scrittori solo grazie all'insegnamento di qualcuno. Per il resto i nostri discorsi possono camminare su un piano parallelo, perché io attribuisco un valore fondamentale a una capacità innata e alla lettura che aiuta a scoprire il talento nascosto e mi pare di capire che il pensiero sia condiviso e poi, se il corso di scrittura viene analizzato secondo i punti di vista che tu hai ben descritto, nulla è obiettabile.

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    1. Infatti mi hai fatto venir voglia di scriverlo proprio perché ho sentito più sintonie che differenze. C'è chi crede che basti una formula magica, un corso, un manuale, un click su un portale di autopubblicazione per diventare un grande della letteratura. Non è così. Un corso può servire a capirlo molto più che a trasformare in un grande autore.

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  5. Io sono scettico, anche se da una parte mi attira l'idea di frequentarne uno. Innanzitutto come scegli il corso? Come capisci se è valido o no?

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    1. Come per qualsiasi altro corso. Ti informi su chi lo tiene, sul programma e sul giudizio di chi ci è già passato.

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  6. Non mi ci vedo proprio... da discepolo di Proust per me la scrittura è solitudine, oscurità e silenzio. E nient'altro.

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    1. Una lampadina per scrivere? Oppure vedi al buio?

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    2. E' tutto metaforico ovviamente... ^^

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    3. Speravo di poter dire di conoscere un vero vampiro! Mi è andata male anche questa volta...

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  7. Se vivessi vicino a un corso di scrittura, e se me lo potessi permettere, lo farei sicuramente. Ho guardato corsi in California, pensando che se tutte le mode del momento arrivano da lì magari sia un buon punto di partenza. Per ora sono solo sogni.
    Cosa ne pensi dei corsi brevi? Magari le full immersion di un weekend? Possono essere utili o sono solo ladrocini legalizzati?

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    1. L'ultimo corso che ho seguito, sul romanzo storico, tenuto da Franco Forte durava un pomeriggio (non mi ricordo più il costo, ma credo che fosse dell'ordine dei 15€) e l'ho trovato gradevole. Credo proprio che dipenda dal singolo caso, docente, programma e costo. Un corso molto breve deve essere focalizzato e avere un costo limitato. Quello che tenevo io si svolgeva in 3 pomeriggi, 4 ore a incontro, e il costo era 40 € comprensivo di 10€ di iscrizione all'associazione che ci ospitava.

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    2. A Vancouver un weekend costa 300 dollari :(
      Manco ci fosse Jonathan Franzen a insegnare!

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    3. Magari quando sei in Italia... C'è un'associazione di donne scrittrici (adesso se scrivo il nome lo sbaglio di sicuro) che organizza corsi a prezzi accessibili qua e là. Quello che ho seguito con Franco Forte era organizzato da loro.
      PS: a Vancouver gli scribacchini hanno capito tutto della vita, altro che ammazzarsi a scrivere, meglio insegnare...

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  8. A me piacerebbe frequentarne uno.
    Avevo visto un workshop interessante alla Holden con Fontana, me ne sono dimenticata fino a qualche giorno prima, troppo tardi per organizzare accidenti (più altri problemi).
    Sono però prevenuta verso molti corsi, soprattutto quelli "brevi", esempio 3/4 incontri da 2 ore l'uno o qualche ora (un pomeriggio?).
    Non per l'utilità o meno, ma perché ho li vedo nascere come funghi e l'impressione è che siano solo lì per spillare soldi.
    Ad esempio, qui nei dintorni, tutti paesini di pochi anime, ci sono 2/3 persone che fanno corsi di scrittura creativa. Libri pubblicati zero, il lavoro principale di queste persone è un altro (niente a che fare con scrittura).
    Ecco, avrebbe senso frequentare corsi del genere?
    Ho l'impressione che molte persone, vista la forte crisi lavorativa in vari settori, si re-inventino "docenti" con la scusante di aver sempre avuto l'hobby della cultura.
    Tu cosa pensi di corsi del genere?
    Io forse sono snob, ma preferirei investire soldi in corsi con "scrittori" veri, ovvero con persone abbastanza dentro il mondo editoriale.
    La scrittura m'interessa molto anche se per ora è solo una passione.
    Altrimenti, quali altri parametri usare per giudicare un buon docente?
    Io faccio sempre riferimento ai libri pubblicati, alle case editrici con cui hanno pubblicato/collaborato, riviste/giornali con cui collaborano etc...ma se non ha mai pubblicato, ha senso seguire il suo corso di scrittura? Che esperienza può passarti?
    Ho questi dubbi perché molti corsi che vedo in giro (sia piccoli che grossi) sono fatti da gente del genere.

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    1. Mi sa che sono di parte, perché i corsi che ho tenuto per Ecomuseo erano del tipo che descrivi, 12 ore di corso in 3 incontri. Considerati i massimo 8 iscritti e il costo (40€ di cui 10 di tessera associativa) non è che ci si possa campare...
      Di scrittura pura campa poca gente, quindi se cerchi quei pochi, che comunque ci sono, le scelte sono limitate. Non che manchino, come scrivevo sopra, ho pochi mesi fa seguito un corso breve tenuto da Franco Forte, che pubblica per Mondadori e dirige le collane in edicola. Il costo, oltre tutto, era più che accessibile.
      Secondo me ci vuole qualcuno che abbia le mani in pasta, che scriva, narrativa o sceneggiatura. Poi è chiaro che ci sono tanti dilettanti allo sbaraglio. Come in ogni campo, bisogna scegliere con cura. So che anche Aislinn ogni tanto tiene dei corsi, non mi è mai capitato di seguirli, ma scommetto che sono molto interessanti, oltre tutto lei è anche editor, quindi ha una visione dell'editoria a 360°

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    2. Beh ma vedi, tu dal mio punto di vista hai comunque un bel "curriculum", hai pubblicato, te ne intendi abbastanza (faccio sempre ricerche sui docenti)..sarei stata più che felice di fare un corso del genere, anche per curiosità.
      Ecco io non pretendo un corso da chi vive di scrittura, ma che almeno ci sia dentro, un po', nel mondo editoriale.
      Le persone di cui parlo nella vita fanno proprio altro, ad es. fisioterapista (non è quella la professione, ma simile). E i corsi di scrittura si fanno con la scusante "la scrittura fa bene all'anima, ci prendiamo cura del corpo dobbiamo prenderci cura anche dell'anima...".
      Mah. Senza parlare di quelli che fanno corsi di scrittura e non fanno distizione tra editoria e eap..

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    3. I dilettanti allo sbaraglio sono pericoli in ogni campo. Poi, per carità, se uno cerca solo un'occasione per mettersi o rimettersi a scrivere può andar bene anche così...

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  9. Ho già parlato della mia esperienza nel commento al post di Marina. Io ho frequentato due corsi di scrittura consecutivi tenuti da una scrittrice che vive tra Bologna e Milano, il corso era un giorno a settimana a Bologna, la città in cui vivo, quindi per me era semplice conciliare il corso con il mio lavoro. L'esperienza mi ha aiutato a confrontarmi con gli altri e a ritrovare la mia passione per la scrittura che, nel corso degli anni per cercare una stabilità nel lavoro, avevo accantonato, anche se restava in un angolo del mio cuore sempre in attesa di riemergere. Ti rammarichi di non aver frequentato la scuola di specializzazione che ti avrebbe permesso di non essere precaria, però l'occasione di frequentare la Holden magari non sarebbe arrivata dopo, insomma le cose avvengono quando devono avvenire (nella vita chissà perchè le occasioni si presentano sempre in coppia e nello stesso momento, siamo costretti a scegliere e a rinunciare a una delle due, parlo per esperienza, c'è sempre qualcosa di cui rammaricarsi). Quel corso di scrittura mi è servito a uscire dall'isolamento, a confrontarmi e a capire che questa passione non mi era mai passata, infatti da allora non ho più smesso di scrivere.

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    1. Anche a me è servito sopratutto per prendere coraggio e confrontarmi, io, da timida, ho sempre bisogno dell'incoraggiamento esterno.

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  10. Ho sempre voluto fare un corso, anche se so già di non poterne fare uno impegnativo come quello della scuola Holden (che, fra l'altro, è il mio sogno *o*), almeno non in questo momento.
    Quello che mi aspetto veramente da un corso di scrittura è, prima di tutto, il confronto. Un confronto reale con persone che hanno la mia stessa passione, che può aiutarmi sicuramente a evolvere nel modo di pensare e vedere la scrittura.

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    1. Sì, concordo, anche se poi c'è da dire che scrittori e aspiranti tali spesso hanno dei caratterini con cui non è facilissimo convivere...

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  11. Non ho esperienze personali, ma tutte le voci che ho sentito concordano con la tua. Come nel caso dei manuali, non si possono avere aspettative esagerate, ma tutto fa brodo, tanto per tornare ai detti della nonna. :)

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    1. Tutto fa brodo! basta non scambiare il minestrone per l'elisir che risolve tutti i mali.

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  12. Anch'io non ho mai frequentato corsi di scrittura, sia per mancanza di tempo sia perché quelli in cui mi ero imbattuta erano molto dispendiosi.

    Però conosco un'amica che di recente ha seguito un corso molto mirato sul racconto ed è stata davvero soddisfatta sia del docente che del confronto con i compagni. Penso che il risultato migliore sia farti ritornare la voglia di scrivere, magari dopo un periodo di blocco o scoraggiamento.

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    1. Infatti, spesso i benefici sono tutti psicologici e uno si chiede "va be', ma ho pagato per cosa, se poi mi sono sbloccato da solo?". In realtà ci si è regalati un'occasione, una cosa non da poco.

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