sabato 26 settembre 2015

Giorni di ordinaria follia scolastica...


È sabato mattina. Il sole accarezza i petali delle ultime rose, il persiano sonnecchia sul divano e anche la gatta vera viene a chiedere due coccole. Io ho aperto gli occhi alle 10,40 e penso che tutto sia perfetto, che questo è proprio il mondo e il modo in cui voglio vivere.
Poi vedo i rotolini di polvere e pelo di gatto che attraversano il soggiorno come quei cespugli rotolanti dei film western, la borsa abbandonata semi aperta, la pila di carte a fianco del computer e la pila di panni vicino al ferro da stiro e pian piano i ricordi delle ultime settimane riemergono. 
Realizzo che è da lunedì 14 settembre che non mi siedo con calma a scrivere un post.
Cos'è successo da allora? Un po' di tutto, in realtà, trasferte improvvise, corse folli, problemi allergici e la grande follia della scuola.
Ah, la scuola...

Vi ricordate la riforma, il fatto che non ci sarebbero stati più precari? Infatti lunedì 14 settembre i ragazzi sono andati a scuola e i precari non li hanno trovati. Hanno trovato le cattedre vacanti. Niente prof di italiano e matematica. Chissà, magari quest'anno queste materie sono state abolite? Così come i prof di sostegno?
Il fatto è che la riforma non ha tenuto conto che, assumendo solo gli insegnanti abilitati prima di una certa data, quelli iscritti nelle così dette GAE (Graduatorie ad Esaurimento, nervoso, suppongo io) alcune classi di concorso sarebbero rimaste scoperte. Matematica e Italiano hanno molte ore, quindi servono più insegnanti e i precari delle Gae risultano pertanto già tutti di ruolo. Il sostegno ha avuto dei percorsi abilitativi erratici e complicati, così che molti docenti che vi si vogliono dedicare non hanno potuto abilitarsi. Risultato: classi senza prof di italiano, matematica e sostegno.
Che fare?
Si attiva la così detta "Scuola Polo" che dovrebbe organizzare i precari, ma già lei non è molto organizzata, il ministero poi non aiuta. A ridosso di inizio scuola fa compilare dei moduli on-line a chi, come me, ha appena conseguito l'abilitazione, per far valere il proprio titolo. Ovvio che questi moduli non si visualizzino tutti all'istante, non sia chiaro come far valere i punteggi. Poi si viene invitati a compilare un secondo modulo, che però non viene messo on-line...
Insomma la "Scuola Polo" fa una prima convocazione giovedì di settimana scorsa. Ci presentiamo in tremila, troppi. Loro dicono che siamo noi a non aver capito, loro si rendono conto di non capirci niente e ci rimandano a casa, ri convocati martedì.

Martedì si è fatto un po' d'ordine sulle cattedre vacanti e su chi abbia conseguito l'abilitazione. Io sono schizzata quasi in cima alla graduatoria e catturo senza problemi la mia 3/4 di cattedra nella scuola col pontile, che nel mentre si è trasformata in cattedra completa abbondante. Mi rilasso appena, mentre dopo di me si scatena il caos.
Allora, so che sembra assurdo, ma la cosa funziona così:
Ogni candidato ha un punteggio in base al quale viene chiamato a scegliere la sede.
Ogni candidato, però, può far valere il proprio punteggio solo su un numero limitato di scuole. Quando esprime la propria scelta, un delegato della scuola deve confermare di averlo nel proprio elenco.
Ogni candidato, in caso di spezzoni, può cumulare tre scuole, disposte su un massimo di due comuni e deve essere nell'elenco di tutte le scuole.
Il Tetris a confronto è niente.
Oltre tutto quest'anno c'erano molti docenti inesperti, o arrivati da altre province, che non ricordavano a memoria le proprie sedi disponibili. Alcune scuole non avevano inviato un loro delegato e quindi si ricorreva a lunghe e continue telefonate ai dirigenti.
Aggiungiamoci vari problemi tecnici, tra cui un momento esilarante in cui tutto si è bloccato perché non si trovava una singola penna nera per firmare le prese di servizio!

Alle 19.30 erano tutti stremati, ma con ancora una ventina di cattedre da assegnare. Si trattava, ovviamene, di cattedre in scuole molto periferiche, che pochi avevano in elenco.
Quindi il responsabile ha chiamato una sorta di mischia rugbistica, con tutti i candidati intorno alla cattedra, scorreva velocemente i nomi e quando si veniva nominati bisognava imporre la propria presenza. I rappresentanti delle scuole dovevano come in un quiz televisivo rispondere immediatamente se avevano oppure no il candidato in elenco.
Alle 20.30 tutte le cattedre sono state finalmente assegnate, salvo scoprire nelle ore e nei giorni successivi che qualcuno si era sbagliato (strano, vero?) con conseguenti ricollocazioni tra prof.

Le mie colleghe, compagne di viaggio e di sventura, hanno catturato una cattedra in quegli ultimi momenti di follia, quando è stato detto, tra l'altro che tutte queste nomine sono provvisorie.
Il ministero provvederà a ricalcolare il punteggio di noi abilitati, onde stilare una nuova e più precisa graduatoria... 

Mercoledì ho quindi preso servizio alle 8.00 in punto. Ho trovato colleghi stremati che per dieci giorni hanno fatto i salti mortali per coprire i buchi e (alcuni) alunni rinselvatichiti. Ne sono conseguite una serie di riunioni straordinarie, ad aggiungersi alla follia di iniziare a lavorare ad anno iniziato, con libri da recuperare, un ritardo già accumulato sui programmi etc. etc...

In tutto il cielo ci ha messo la sua parte, con mattinate a 7° e pomeriggi a 27°, per una situazione di totale anarchia organizzativa, del tipo "esco, non so cosa devo fare, non so a che ora torno, non so come mi devo vestire, non so che materiale portare, va be', speriamo bene..."

Per fortuna c'era il lago ad accoglierci, c'erano i colleghi, assai comprensivi per il nostro disorientamento da precari, c'erano i ragazzi, a ricordarci che alla fine è per loro che lavoriamo e che non si meritano di subire i nostri (comprensibili) malumori.

In tutto questo io avrei un romanzo da revisionare, che avrei già dovuto spedire da un po' a chi di dovere e invece è ancora fermo, con 100 pagine ancora da riguardare...
Faremo, come sempre facciamo noi precari della scuola, inventandoci il lavoro tra i buchi dell'organizzazione ministeriale, supplendo con l'inventiva al tutto il resto. Felici, nonostante tutto, di avere ancora una speranza di lavoro.

26 commenti:

  1. Guarda, per fortuna ami il tuo lavoro (e si vede), perché altrimenti non saprei proprio come fai a stare appresso a questo caos creato a monte da gente davvero poco competente, e che purtroppo ci amministra.

    Moz-

    RispondiElimina
    Risposte
    1. C'è anche molta solidarietà tra insegnanti gli altri protagonisti di queste odissee, perché siamo tutti nella stessa barca...

      Elimina
  2. Un classico della serie "si stava meglio quando si stava peggio"...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Non ne sono sicura, magari dopo un paio d'anni di assestamento, capiremo i vantaggi di questa riforma...

      Elimina
  3. E dopo questa rumba da far girar la testa e fiaccare i più pavidi di spirito e di forze fisiche, ti auguro di vero cuore un buon anno scolastico a te e ai tuoi alunni.

    RispondiElimina
  4. Sarò banale, ma ogni volta che parli della scuola mi viene in mente sempre la solita frase: un paese in cui gli insegnanti - ovvero coloro che hanno in mano la formazione delle nuove generazioni - sono trattati in questo modo, senza garanzie, è un paese fallito. Se lo stato non gestisce meglio questo genere di cose, come possiamo sorprenderci se la gente elogia l'ignoranza?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. La riforma è comunque un tentativo, un po' maldestro, ma almeno si è tentato (maluccio) di migliorare le cose

      Elimina
  5. Sì la mia amica insegnante sul sostegno in Liguria mi ha appena scritto cose analoghe. Ma alla fine sei al pontile (e la mia amica al mare), se vogliamo vedere il lato positivo... buon anno allora. Sandra

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Sì, sono felicissima, un po' troppo stanca per gioire, ma felice!

      Elimina
  6. I soliti proclami di Renzusconi che poi si scontrano con i problemi infrastrutturali cronici del paese.

    RispondiElimina
  7. Accidenti, che casino! Complimenti per l'elasticità e l'ottimismo nonostante tutto. :)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. L'elasticità diventa dote indispensabile e primaria

      Elimina
  8. Sono contento del fatto che ti sia "sistemata". :D

    Per il resto non posso che parafrasare Leonida: "Quasta non è scuola, è follia!"

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Le nomine in realtà sono temporanee, spero di essere poi confermata.

      Elimina
  9. Allucinante, i romanzi di Kafka erano più comprensibili... Hai tutta la mia solidarietà!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. La cosa più difficile è far capire la nostra realtà a chi ne è fuori e dice: "Ma è impossibile, non può funzionare così!"

      Elimina
  10. Non entro nel merito della riforma, ma mi soffermo solo sul pensiero di questa infernale , macchiavellica, inutile macchina burocratica che abbiamo avuto la capacità di assemblare e che sembra non riusciamo a liberarcene , anzi, più si proclamano le semplificazioni e più le cose per i cittadini si complicano; e dire che sarebbe semplice , basterebbe tagliare i rami secchi della burocrazia....

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Credo che la burocrazia sia una delle cose peggiori dell'Italia. Possibile che non ci siano proprio soluzioni più semplici?

      Elimina
  11. Roba da matti. Poi ci si chiede il perché dell'alto grado di burn-out tra insegnanti.
    Meno male che vedi ancora il lato positivo e tieni botta, nonostante lo sfruttamento organizzato (male)!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Spero solo che ci sia all'orizzonte una possibilità di stabilizzazione anche per noi, perché non mi vedo proprio tra dieci anni ancora persa in mezzo a quest'asta annuale delle cattedre...

      Elimina
  12. e comunque sarei felice per te se trovassi una sistemazione stabile, mi sembri entusiasta di insegnare e c'è bisogno di insegnanti come te

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Bisognerebbe anche sentire gli alunni cosa ne pensano... Oggi già interrogo...

      Elimina