Due provetti truffatori, un uomo e una donna, vengono smascherati dall'FBI. A loro viene data una scelta: la galera oppure una truffa in più grande stile, con tanto di arrivo di uno sceicco fittizio con lo scopo di incastrare un giro di tangenti che parte da un giovane sindaco rampante fin troppo pieno di iniziative e pronto, "per il bene della gente" a trattare con tutti (non vi ricorda Renzi?), anche con la mafia. Va da sé che i due truffatori intendono evitare la galera, ma anche le ritorsioni della mafia e magari guadagnarci anche un po' su. A complicare il piano, c'è la relazione difficile tra i due re della truffa, lei innamorata di lui, ma disposta a fare un pensiero anche sull'agente FBI, lui innamorato di lei, ma sposato con una donna che ha un'unica spiccata dote: riesce a manipolarlo.
Ne esce una commedia brillante e piacevole, che vorrebbe forse essere più intelligente e profonda di quello che è. Di fatto non lascia il segno, ma si fa guardare col sorriso.
Lasciano un po' perplessi i personaggi che alla fine sono un po' tutti troppo buoni (il sindaco ben intenzionato, il mafioso capace di chiudere un occhio, la truffatrice compassionevole, il capo dell'FBI paziente) per essere davvero credibili. In questo senso l'intera pellicola dà l'impressione di un potenziale sprecato. Con qualche ombra in più, con un tocco di malinconia, un approfondimento maggiore, insomma, con una regia più orientata ad analizzare e meno a limitarsi a raccontare ne sarebbe uscito un gran film.
Così com'è è solo piacevole. Cosa comunque tutt'altro che da disprezzare.
7 +
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