Come tanti altri, ho apprezzato Argo, pur senza trovarlo un capolavoro. Ieri sera, per caso, mi sono imbattuta in Gone baby gone, il primo film da regista di Ben Affleck. È stato uno di quei casi in cui la forza del cinema si è manifestata in forma pura. Ero distratta, facevo altro al computer e sono stata risucchiata dentro a una storia oscura, sgradevole, ma che non mi lasciava scampo.
Faccio un'enorme complimento alla pellicola dicendo che ho sentito un'eco di Mystic River, uno dei film migliori del mio regista preferito.
In una periferia lontana da ogni bellezza, la zia di una bimba scomparsa si rivolge per ritrovarla a un investigatore privato alle prime armi. Il giovane affianca quindi la polizia, pieno di buona volontà, ma senza alcuna esperienza e tutto sembra finire in tragedia. Ferito nell'animo della vicenda, l'investigatore non può restare a guardare quando un altro bambino scompare. Solo a quel punto, però, si rende conto che qualcosa nel caso precedente non torna e forse, davvero, niente è ciò che sembra e fare ciò che è giusto è semplicemente impossibile.
La regia di stampo classico americano, che io amo, dà il meglio di sé quando si mette al completo servizio di una storia che non si ferma alla superficie delle cose, ma scava nel profondo dell'ambiguità degli animi. L'apparente freddezza della messa in scena è tutta a favore della profondità dei conflitti, cesellati nei chiaroscuri e raccontati tanto dai silenzi quanto dai dialoghi. Ben Affleck dimostra di voler diventare un degno erede di questa tradizione.
Se Argo è impeccabile fino a diventare troppo perfettino, questa prima pellicola risulta meno perfetta, ma colpisce allo stomaco quando deve.
La regia, come si diceva, è al servizio della forza della sceneggiatura, ma riesce a delineare atmosfere e personaggi con poche inquadrature dalla piena forza evocativa.
Tutto lo squallore della periferia di Boston viene raccontata in un rapidissimo inizio e tre inquadrature della cava dove dovrebbe avvenire lo scambio con la bambina rendono appieno la bellezza inquietante del luogo.
Gli attori si muovono con quella credibilità che solo una mano sicura dietro la macchina da presa può garantire.
Un film da recuperare, anche se, va detto, non è proprio adatto a una serata leggera.
E Ben Affleck sembra avere le carte in regola per diventare uno dei miei registi preferiti.
Film bellissimo anche se quando uscì non se lo filò nessuno - peccato.
RispondiEliminaFacendo mente locale, mi pare di aver letto alcune buone recensioni, all'epoca. In ogni caso il bello dei film è che possono sempre essere recuperati e rivisti
EliminaFilm che avevo intravisto all'uscita, ma ora, grazie alla tua segnalazione, sono curiosa di rivederlo.
RispondiEliminaIn questi giorni sta girando su Sky, secondo me vale davvero la pena
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