domenica 26 gennaio 2014

Navigando sui velieri di Kandisky


Il Freccia Rossa di impegni è all'orizzonte, ma ancora non è giunto. 
Nel mentre mi faccio portar via da quello che per me è un piacere, ma per un aspirante scrittore dovrebbe essere un obbligo. Navigo a vista ai confini dell'ignoto, osservando con curiosità il mondo, lasciandomi incantare dall'inaspettato e l'inconsueto.
E così mi regalo una di sole tanto tersa che anche Milano è bella, in un fulgore di invernale nitidezza. Mattinata a curiosare alla Borsa del Fumetto, dove non trovi mai ciò che vuoi comprare, ma esci sempre con la borsa piena di ciò che non avevi previsto di incontrare. Poi pranzo all'Osaka, il mio ristorante giapponese preferito, assaggiando piatti di cui forse mai conoscerò il nome. E infine alla mostra su Kandisky.
Conosco poco dell'arte del novecento, e forse è questa la condizione migliore per entrare a una mostra. Pronti a lasciarsi stupire, senza alcuna certezza di ciò che vi si può incontrare.


E tutte le foto viste, comprese quelle postate qui, non potevano prepararmi all'esplosione di colore che mi aspettava e all'eleganza estrema delle composizioni.
Che fossero opere giovanili ai confini dell'impressionismo, suggestioni geometriche, o meno catalogabili esperimenti di forme, colori e linee, l'effetto era lo stesso. Un'avvolgente armonia di colori, dove nulla era fuori posto (eccetto che per alcune opere in inchiostro su carta del periodo russo, che per me rimangono scarabocchi per vedere se la penna scriveva, riesumati poi dai critici). Una sinfonia in cui navigare a vista, fidandosi delle profonde concettualizzazioni dell'artista senza alcuna pretesa di volerle capire. L'arte, dopo tutto, è questo, apprezzare la bellezza anche dove il significato più profondo sfugge. Non capisco tutti i sottintesi della pittura di Leonardo, così come non pretendo di capire Kandisky. Ma l'uno e l'altra mi colpiscono con la loro immediata bellezza.
E su queste immaginifiche navi mi lascio portar via, alla ricerca di nuove suggestioni e chissà quale storia da raccontare.

PS: l'opera che mi è piaciuta di più, a quanto pare è piaciuta solo a me, perché pare irreperibile anche in rete. È un acquerello del periodo russo, sempre una variazione sul tema del veliero, quasi un tratto d'unione tra la prima post impressionista e l'ultima che ho postato. Purtroppo il fatto che sia "senza titolo" e datata "circa1917" non mi rende più facile la ricerca...

2 commenti:

  1. Sì nel weekend Milano è stata davvero particolarmente bella, gli altri giorni è bella solo per chi continua, come me, ad amarla con le sue contraddizioni e angoli sempre più ampi di degrado. Ricordo una mostra su Kandinsky e Klee mooolti anni fa. Non tanto il mio genere ma lasciarsi portar via dall'arte navigando lontani è sempre un gran bel modo di passare il tempo. Un bacio Sandra

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    1. Io sono una campagnola, poco amante delle città, se era bella ai miei occhi vuol dire che era davvero splendida. Quanto alla mostra, te la consiglio vivamente, anche se non è il tuo genere

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