Sabato ho fatto l'annuale escursione al Salone del Libro di Torino, la Disneyland di una lettrice scribacchina come me.
Premettendo che la giornata è stata divertente e piacevole, ricca di incontri e di acquisti (a una prof si scalda il cuore quando incontra al Salone i propri alunni, arrivatici spontaneamente), mi è rimasto un retrogusto di tristezza.
Già, perché nonostante l'arrivo in tarda mattinata, trovare parcheggio non è stato un problema, code all'entrata non se ne sono viste e di ressa proprio non c'era l'ombra. Perché lamentarsi allora, si vede che finalmente tutto funziona? Perché mi è sembrato, forse è stata una sensazione mia, che ci fosse molta meno gente dell'anno scorso.
Anche gli editori erano meno. Sempre spaziosi e ben fornitigli stand dei grandi editori, resistono alcuni minori, ma tanti editori anche non microscopici quest'anno non hanno messo lo stand.
Così, se da un lato mi fa piacere vedere la mia Interlinea con un bello stand centrale su cui molti si sono fermati a curiosare, non posso che constatare che la mia lista degli acquisti non è stata completata perché gli editori che cercavo non c'erano, pur essendo presenti nelle scorse edizioni. E non si tratta di micro editoria, ma di editori comunque abbastanza noti e ben distribuiti che, semplicemente non ce l'hanno fatta a permettersi lo stand. Così, quando ci siamo imbattuti in una replica a dimensioni reali di uno scheletro di dinosauro (che, intendiamoci, è sempre bello e arreda un sacco) non abbiamo potuto evitare di immaginare gli organizzatori, alle prese con le defezioni.
– Eh, sì, quest'anno ci sono meno stand.
– Cosa facciamo perché non si noti?
– Mettiamoci un bel Gigantosauro, che ai bimbi piace e occupa un sacco di spazio!
Di sicuro non è andata così, ma l'impressione era quella.
L'editoria a pagamento, invece, sta benissimo, tanto che l'impressione era di girare in un posto con la serietà in centro e le trappole ai lati (distorsione di percezione dello spazio da giocatrice di d&d). Anche qui, forse sono prevenuta io, ma mi pareva che tanti, tantissimi degli stand laterali fossero occupati da editori a pagamento e venditori di vari servizi editoriali, con poche sopravvivenze di piccoli editori serissimi.
Quindi ecco, al di là della personale bella giornata, mi è rimasto un senso di tristezza e di catastrofe imminente (ben esemplificata anche qua dal dinosauro famelico) che ho cercato di esorcizzare con tanti acquisti. Ovviamente un libro sui dinosauri era d'obbligo, ma ho cercato di spaziare dai manuali di scrittura ai romanzi per ragazzi, nel piccolo e inutile tentativo di dare il mio contributo alla cultura e all'editoria.
Io ieri fiera del fumetto, ho fatto tre acquisti di cui sono ultra...fiero, per restare in tema.
RispondiEliminaComunque capisco il senso di tristezza che hai provato... però mi sento di dire che in Italia si comincia a leggere di più, o quantomeno per gusto e non forzatamente (colpa della scuola)
Moz-
Dici che si comincia? Speriamo, perché non si respira un gra che di ottimismo...
EliminaIo penso di sì, per lo meno penso che la gente stia prendendo una sorta di coscienza letteraria, forse proprio perché non si legge più forzatamente (io amo leggere ma odiavo leggere forzatamente le cose imposte a scuola...) e si legge in modo selezionato.
EliminaMoz-
Davvero? Spero davvero che sia così, non è che sei troppo ottimista?
Eliminal'anno scorso non c'ero, ma quest'anno rispetto al 2012 di sicuro c'era meno pubblico, fila assai più corta alle biglietterie e minor ressa in giro. Gli EAP trionfavano, un po' li conosco e li stano subito (evitandoli ovvio) altri ne avevano tutta l'aria, hanno un qualcosa ecco. Però ci sono, però reggono. Poi certo ci sono i COLOSSONI e ho trovato molta qualità che comunque va cercata, nonostante tutto per me rimane una gran festa. Guardo un po' il personale ecco, mi sono divertita un sacco. Sandra
RispondiEliminaCerto, anch'io mi sono divertita e magari l'affluenza di sabato è stata compensata da folle oceaniche gli altri giorni, però l'impressione resta...
EliminaHo sentito da qualche parte che l'unico genere in crescita al momento è lo YA. Non posso dire che si noti, almeno nella classe del liceo che frequenta mio figlio, dove su dodici alunni a leggere sono sì e no tre. Bah.
RispondiEliminaDue o tre in una classe di liceo sono davvero pochi... Ma allora perché (e per chi) ci ostiniamo a scrivere?
EliminaInnanzi tutto non posso non notare il titolo del post, che in maniera del tutto non voluta sembra un'incitazione a partecipare per la mia casa editrice (il logo parla da sè, immagino). La cosa mi ha fatto sorridere, ma torniamo al discorso serio; la fiera. Credo che esattamente come tutto quello che ruota attorno al mondo della letteratura (ma, in realtà, esattamente come tutto, senza specifiche), anche il Salone del libro debba evolversi per non sprofondare. Certo, viste le sue dimensioni -da gigantosauro, appunto- non è facile farlo in rapidità, ma almeno "lui" ha le risorse e le forze per farlo, speriamo le sappia sfruttare.
RispondiEliminaPS: immagino davvero che incontrare dei tuoi alunni sia stata una gioia!
In effetti... E poi, come si è detto, i dinosauri, che siano di ossa, di carta o editori, stanno sempre bene e arredano!
EliminaSull'evoluzione del Salone del Libro io non ho le competenze per pronunciarmi. Come eventi organizzati per i lettori è sempre una gran festa. Certo, più sconti e meno editori a pagamento mi avrebbero fatto piacere...
Anche a me hanno detto che non c'erano sconti... mah, spero di andarci anch'io prima o poi! Certo, fa riflettere quello che ci hai raccontato. Chi vivrà vedrà, come dice il proverbio :-)
RispondiEliminaPerò mi hanno detto che invece domenica era pienissimo
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