Di Elisabetta Bucciarelli
L'estate scorsa, la lettura di Dritto al cuore mi aveva molto colpito. Recuperato anche il precedente Io ti perdono posso affermare che Elisabetta Bucciarelli è tra le mie gialliste italiane preferite.
Mi piace la sua scrittura sincopata, che tende a saltare dei passaggi. Niente scene di raccordo, con lei, ma tante istantanee piene di fascino che spetta al lettore cucire insieme.
Non è una scrittura predigerita, quella della Bucciarelli, richiede impegno e attenzione. Del resto le trame si inerpicano per i sentieri di montagna e in quelli dell'animo, i più difficili da affrontare.
L'ispettore (ci tiene al maschile) Maria Dolores Vergani viene contattata dal parroco del paese di montagna in cui andava in vacanza da bambina. C'è una mezza verità, un segreto brutto di cui l'uomo è al corrente, che ha a che fare con bambini spariti nei boschi e poi ritrovati. Vorrebbe occuparsene, Maria Dolores, ma altre indagini e altri impegni la inchiodano a Milano, mentre il suo istinto le dice che qualcosa di oscuro si aggira invece tra i boschi apparentemente idilliaci della Val d'Aosta.
È un bel personaggio, Maria Dolores, che emerge più qui che non in Dritto al cuore, dove altri le rubano la scena. Adottata, fatica a trovare una sua dimensione emotiva e allo stesso tempo combatte tenacemente per la verità, quale che sia. Come tutti i personaggi ben scritti ha una forte personalità, che forse non apprezzo appieno. Non penso che sarei amica di Maria Dolores o, almeno, avrei la tentazione di darle una strigliata per il suo modo erratico e indeciso di affrontare i sentimenti.
I bei personaggi, del resto, sono belli anche perché ci si può litigare.
Qualche dubbio me lo lascia invece lo svelamento finale. Una dinamica interpersonale che a pelle mi sembra poco plausibile, ma forse mi sbaglio. Forse è un mio modo per scacciare la sensazione di sporco che, volutamente lascia addosso.
Io ti perdono è un bel libro. A volte si può non essere d'accordo con la protagonista, ma non si riesce a interrompere la lettura.
Beh, questo potrebbe proprio piacermi: poliziesco, italiano, paesino...c'è tutto.
RispondiEliminaMoz-
Tra questo e Dritto al cuore, vince comunque Dritto al cuore.
EliminaGrazie :) E' vero, vince Dritto al cuore (c'è più paesino, più montagna, più fluidità nel raccontare) ma tutto ha inizio con Io ti perdono, cui segue Ti voglio credere (che forse, in parte, mette a posto il finale del libro precedente ;)
RispondiEliminaBuona giornata e ancora grazie :)
Liz
Ti voglio credere lo leggerò a brevissimo (e già lo pregusto)
Elimina