venerdì 11 settembre 2015

Si può leggere (e scrivere) solo Alta Letteratura?


Lo spunto, anche se indirettamente, mi viene da questo post di Helgaldo, ma anche dall'atteggiamento di alcuni lettori e alcuni autori.
In Italia noi lettori siamo un'esigua minoranza. I lettori forti, quelli da più di un libro al mese, sono la minoranza della minoranza. Dovremmo farci forza, stringerci gli uni agli altri a cerchio, come fanno i buoi muschiati contro i lupi. Invece siamo sempre con i capponi, pronti a becchettarci tra noi, fino al momento in cui cala la mannaia.
Quindi ci sono i lettori di serie A e i lettori di serie B. I lettori di serie A leggono solo classici, solo opere impegnate non di genere, possibilmente tristerrime. Loro non leggono per divertirsi, leggono per capire, per arricchirsi. Chi legge Fabio Volo andrebbe messo al rogo, gli harmony dovrebbero smettere di esistere e "romanzo giallo" è un'espressione denigratoria. Loro sì, che sanno apprezzare la letteratura.
Ovviamente ci sono anche gli autori di serie A e gli autore di serie B. Gli autori di serie A aspirano a fare Letteratura. Se mille case editrici rifiutano le loro opere è perché loro non vengono capiti, loro non vogliono sporcarsi le mani con il mercato, loro vogliono offrire una nuova visione del mondo. Fanno arte per arte. Solo che poi mettono in vendita i loro capolavori a pagamento su Amazon, con un editing inesistente, perché la loro sarà anche Arte fatta per amore dell'Arte, ma intanto non disdegnano di guadagnarci. Se dici loro che scrivi letteratura di genere fanno un sorrisetto di superiorità e ti danno una pacca sulla spalla. Poveretto te, se quello è tutto quello che puoi fare, vai pure, continua a giocare, mentre loro fanno la Letteratura.

Piccola precisazione per capire il tono del post. Oggi sono stanca. A breve mi aspetta un super raduno di parenti e, per preparare, ho fatto milioni di scale (pensando alle poesia di Montale), ho spostato tavoli, sistemato tovaglie, tende, tovaglioli, stoviglie e sopratutto ho convinto mio padre che no, non moriremo di fame. Sono stanca e ho finito la pazienza. Inoltre le poche forze che mi rimangono le devo usare per andare, questa sera, alla riunione del gruppo di lettura a cui mi sono iscritta. Scopo del gruppo è leggere classici e discuterne insieme, magari dissacrandoli un po'. Gli altri (io mi sono aggiunta all'ultimo) quest'estate si sono divorati La certosa di Parma e Il giro di vite (di cui scriverò a breve).

Iniziavo a pensare a questa polemica ieri sera, mentre cercavo i miei tre titoli da proporre. Scorrevo liste e liste di classici e constatavo che molti di quelli li avevo letti. Altri no, perché la sola lettura della trama mi induceva al suicidio. E allora, mi chiedevo, perché in queste polemiche io mi schiero sempre dalla parte del lettore di serie B?

Perché rivendico il diritto di leggere anche letteratura di consumo
Presumo, nei mesi che verranno, di aumentare le letture di romanzi classici, grazie al gruppo di lettura. Già ieri ho iniziato un libro che mi ispirava, ma che non rientrava nei parametri del gruppo e quindi non proponibile: i libri suggeriscono sempre altri libri. Cerchi un romanzo da proporre e scopri che vuoi leggerne anche un altro. 
Ebbene, penso che aumenterà anche la dose di Tex che leggerò e di romanzi beceri. Oggi, tornando da casa dei miei, mi sono portata dietro un romanzetto della mia adolescenza, che pregusto di rileggere. 
Non si può sempre leggere libri impegnativi. Ci sono volte in cui voglio leggere Tex proprio perché è Tex. Perché so che alla fine vince lui. Che nessuno dei suoi amici morirà. Che rimarrà fedele alla memoria della moglie morta. Lo leggo perché mi rassicura, mi ripropone le stesse cose che proponeva a mio padre e mio nonno. Questo mi rende una pecorona? Non credo.
Come ho scritto nel blog di Hel, ricordo una sera a uno scavo archeologico. Il direttore dello scavo, luminare di fama europea, leggeva un fantasy assolutamente becero. Aveva fatto otto ore di cantiere, avrebbe dovuto scrivere un articolo in tedesco, cosa doveva leggersi nella pausa, Proust?
Quindi attenti a giudicare chi vedete in metropolitana o dal medico o in spiaggia con in mano Fabio Volo. Magari è un esperto di sanscrito che vuole rilassarsi un attimo. 
Noi lettori in Italia siamo una minoranza discriminata. Dovremmo solidarizzare tra noi, non creare ghetti e distinguo.

Si può scrivere solo Alta Letteratura?
Io ammiro sinceramente chi è convinto di scrivere un romanzo destinato a entrare nella Storia della Letteratura.
Però, ci sono dei però.
– Molti dei grandi autori del passato hanno fatto la fame, sono stati considerati poco commerciali e riscoperti solo dopo morti o in procinto di morire. Se credete di essere dei grandi autori non lamentatevi se gli editori preferiscono altro, è sempre andata così.
– In ogni tempo gli autori convinti di poter entrare nella Storia della Letteratura sono stati di più di quelli che ci sono effettivamente entrati. Mettete in conto di non riuscirci.
– Un po' d'umiltà male non fa.
– A volte la Storia della Letteratura se ne frega delle intenzioni. Così capita che romanzetti usciti a puntate, come, che so Il conte di Montecristo, finiscano per entrare nella Storia Letteraria a dispetto di altre opere scritte con molte più ambizioni. Non vi sto dicendo che Fabio Volo vi precederà nel regno dell'Alta Letteratura, ma che potrebbe succedere che qualche libro scritto semplicemente per vendere ci entrerà prima del vostro. Ma non temete, a quel punto, tanto, con ogni probabilità sarete morti.

Io non aspiro a scrivere Alta Letteratura. Mi piacerebbe scrivere della buona letteratura di genere, che sappia intrattenere, senza per questo far colare il cervello dalle orecchie. Non nego che mi piacerebbe pubblicare bene e anche, perché no, guadagnare. Per cui non me la sento di dire che un editore non debba considerare le logiche di mercato, né che il pubblico sia fatto di idioti. Tutt'altro. Non mi interessa molto che ne sarà dei miei libri tra duecento anni: io non sarò lì a controllare. Preferirei quindi un poco di successo da viva, piuttosto che essere incensata da morta.
Le mere operazioni commerciali non mi entusiasmano, ma so che sono sempre esistite. Anche nell'Antica Roma c'era chi si manteneva scrivendo porno. Non leggo le 50 sfumature, ma non mi sento migliore di chi lo fa. Leggo con orgoglio Tex e ho letto anche alcuni Harmony. Mia madre ne leggeva sempre un paio a inizio vacanze, prima di buttarsi sui russi, che amava. Io, che al contrario di lei Guerra e Pace non l'ho mai finito, mi ricordo ogni volta che vedo qualcuno che ha per le mani un libro becero che potrebbe fare come mia madre.
A volte non posso fare a meno di chiedermi quanta invidia ci sia, da parte di aspiranti autori, nei loro giudizi feroci sui casi editoriali.
Io rivendico il diritto di non leggere e non scrivere solo Alta Letteratura.
Adesso però scappo, che devo ancora decidere se al gruppo proporre Flaubert o la Austen.
A voi, invece, chiedo cosa ne pensate.

33 commenti:

  1. Vedo che inizi il post con ottimismo: purtroppo i cosiddetti lettori forti sono quelli che leggono un libro all'anno, non al mese!
    Per quanto riguarda la scelta delle letture credo che la differenza non la faccia la singola lettura, ma il totale. Ci sta la lettura leggera (anche se Fabio Volo mi sembra un'esagerazione :D ) purché si alternata a qualcosa di più profondo :-)

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    1. Oddio, pensavo che un libro all'anno servisse per essere considerato un lettore, non un lettore forte...
      A me, personalmente, piace alternare, ma meglio leggere solo letteratura leggera che nulla. Io ho sperimentato il fatto che a volte sono i libri più improbabili che ti cambiano la vita, perché comunque la lettura (di qualsiasi cosa) spinge al ragionamento e all'introspezione.

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  2. Fondamentalmente d'accordo.
    Come lettore, fuor di dubbio, voglio essere libero di leggere tutto. Ci sono dei generi che proprio non mi piacciono, tipo i gialli alla Agatha Christie, però non li leggo non perché li reputi "letture di serie B", ma proprio perché non mi piacciono, allo stesso modo in cui non mi piacciono i grandi classici del Romanticismo. Mi piacciono particolarmente alcuni autori considerati cibo spirituale per intellettuali, come Pirandello, Borges, Kundera, la Woolf, però ci sono altrettanti autori di culto che proprio non sopporto come Kerouac, Sartre e Eco.
    Per contro, suppongo che un intellettuale disdegni Sophie Kinsella o Guido Da Verona, io però mi diletto a leggerli (pubblicamente! Sono presenti fra i libri della mia biblioteca su anobii, e la recensione NON è negativa ;-)
    Parlando del mio piccolissimo ambito di scribacchino, seguo una strada analoga: ho provato a scrivere romanzi con un certo spessore (almeno nelle mie intenzioni) e altre cose decisamente più leggere. Mi piace scrivere tutto, non escludo di tentare un romanzo erotico in futuro :-D

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    1. Ognuno ha i suoi gusti, io, ad esempio non amo molto il verismo, ci mancherebbe altro, l'importante è il rispetto per i lettori in generale.
      E neppure voglio dire che non si debba aspirare a scrivere Alta Letteratura, solo che non basta questa aspirazione per sentirsi meglio degli altri.
      PS: la letteratura erotica la trovo difficilissima!

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  3. ma sì, suvvia un po' di elasticità sulle letture basta che ci siano. Io alterno e cerco di non storcere troppo il naso di fronte a scelte che, stupidamente lo riconosco, giudico cheap a priori. Per me leggere rimane uno tra i migliori passatempi, se devo fracassarmi i neuroni (pochi o tanti che siano) dopo averli già usati per molto altro, be' accendo Real time, a proposito, vado... bacio sandra

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    1. Io non capisco perché il gruppo dei lettori, dato che in Italia è già minoranza, debba frazionarsi e guardarsi in cagnesco, cercando di stabilire quale gruppo sia migliore dell'altro... Insomma, c'è chi si rilassa con Real time, chi con un romanzetto, chi legge romanzetti e romanzoni, chi romanzetti e saggi tosti. Ci si parlasse di più, invece che dividersi in fazioni, forse si scoprirebbero delle letture di nostro gusto anche nei gruppi altrui.

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  4. Non ho mai creduto alla distinzione tra letteratura di serie A e serie B. Dove sta il confine, tra l'altro? Chi lo decide? Una storia è una storia. C'è la storia che racconti intorno al fuoco, quella che canti a un funerale, quella che ti spaventa, quella che ti fa sentire il cuore più leggero. Trovatemi un autore che caldeggi la distinzione e non senta - stranamente! - di appartenere alla letteratura nobile. Mi metto proprio dall'altra parte: tra chi vuole vendere e chi vuole fare letteratura, io dico che voglio vendere. Preferisco comunque intrattenere un milione di persone normali piuttosto che un pugno di lettori scelti. Se poi capita che io scriva qualcosa di buono, ci penseranno gli altri a inserirmi in una categoria, se vogliono. A me le categorie non interessano e non piacciono.

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  5. Il problema secondo me è più ampio e non riguarda solo la letteratura: la maggior parte delle persone ormai è così egocentrica da scambiare le proprie convinzioni per idee universali. Visto che frequento l'ambiente da più di un decennio, posso fare l'esempio dell'heavy metal: buona parte di quelli che lo ascoltano distinguono le persone tra quelli che "capiscono di musica", ossia quelli che amano il metal, e quelli che "non capiscono niente di musica", ossia quelli che ascoltano magari anche il metal, ma pure altro, in una visione quasi settaria di sé stessi. Anche io la pensavo così a 16 anni, ma poi sono cresciuto: adesso continuo ad ascoltare metal dalla mattina alla sera, ma non ho nessun problema ad accettare se agli altri non piace, di sicuro non mi fa né caldo né freddo. Purtroppo però per molti non è così, anzi quasi si arrabbiano se gli confessi di non ascoltarlo.

    Per i libri è più o meno la stessa cosa: se a me non piace Fabio Volo semplicemente non lo leggo, ma ci sono altri invece che devono per forza criticare le scelte altrui. E' una cosa che proprio non capisco: a dire se un libro è brutto o bello, essendo una questione soggettiva non ci può essere soggettività. Al massimo l'oggettività può stare nella tecnica: si può giudicare male un libro perché pieno di scene raccontate e non mostrate, per esempio, ma anche lì qualcuno può non conoscere questa regola e amare comunque quel libro. Purtroppo però la maggior parte delle persone non tollera, giudica e basta: ecco quindi che nascono questi "elitismi" deleteri :) .

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    1. Ci sono i libri scritti bene e quelli scritti male. Quelli che portano avanti una storia e delle idee, quelli che hanno zero idee e pure la storia è messa male. Io penso, forse a torto, che ci siano dei parametri per capire a quale delle categorie un libro appartiene. All'interno dei libri scritti con consapevolezza ce ne sono di impegnati e di meno, ma sono sempre libri dignitosi e vanno trattati come tali, così come i loro lettori.
      Poi hai ragione, io vedo il mondo della lettura/scrittura, ma di fazioni così ce ne saranno probabilmente in ogni ambito. Il che mi fa un bel po' di tristezza.

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  6. Non so perché nel caso della letteratura ci sia tutto 'sto casino e negli altri no. O forse c'è, ma sono io a disinteressarmene.
    A tutti i ballerini piacerebbe essere Bolle, ma molti si accontentano della salsa e del tango argentino. A tutti i fotografi piacerebbe essere Oliviero Toscani (?) e invece fanno foto ai matrimoni. Molti non fanno neppure quello e si limitano a inquadrare il tramonto durante la settimana di ferie. Eppure fotografare è come scrivere, no? Che ci vuole?
    Inquadri, scatti. Prendi un foglio, scrivi.
    Eppure lo sappiamo tutti che non è proprio così. Hell ce l'aveva (credo) con chi è convinto di essere Bolle e non è neppure cubista (e Picasso non c'entra).
    La letteratura "alta" è roba da posteri, gli unici in grado di dirlo. E magari tra un secolo sei dio e tra due nessuno. Tanto vale farci i soldi subito, nel caso si riuscisse (ed è già TANTO difficile, farlo).
    Senza contare, appunto, che i Grandi Scrittori sono tutti morti. Adesso però smetto, ché anche io non mi sento molto bene. (cit.) :)

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    1. Appunto, infatti io sono d'accordo con Hell. Tra tutti quelli che meno sopporto sono quelli che ti guardano dall'alto in basso per il loro inedito incompiuto entrerà nella Storia, tu invece scrivi gialli, è ovvio che hai pubblicato, che ci vuole? Del resto ti sei accontentata di nutrire la plebaglia con quello che più chiedeva...

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  7. Stasera Fabio Volo dovrà chiedere l'intervento dell'otorino di fiducia per fare zittire le orecchie fischianti!
    Io ho letto Fabio Volo (aridaje!) e ho letto la Mazzantini, Massimo Gramellini, Alessandro D'Avenia, Paolo Giordano; ho la bibliografia di Andrea De Carlo (che un tempo amavo), una passione vera per Niccolò Ammaniti e nella libreria ho i romanzi di Chiara Gamberale, Maria Pia Veladiano e Viola Di Grado... No, le sfumature no!
    Quanti di questi libri attraverseranno il tempo senza riempirsi di polvere e venire dimenticati? Non lo sappiamo, ma per me non è un problema di serie A o serie B, non è un fatto legato alla qualità della narrativa, quanto alla sua capacità di rimanere attuale sempre. Questa per me è la letteratura che vale da esempio. Sono piena di bijotteria che mi piace molto e indosso volentieri, ma solo un diamante porto al dito. Le cose di valore sono pezzi unici: l'alta letteratura è quel gioiello che il tempo non scalfirà mai. Tutto qui, per me!

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    1. Certo, infatti io non voglio assolutamente svalutare l'Alta Letteratura, vorrei sono che a tutto fosse data la giusta dignità, né più né meno. C'è del genio puro in Dante e dopo secoli siamo qui a leggerlo ancora. C'è del mestiere in un Harmony e non ne va denigrato il lettore. L'Harmony non è Dante, anche se magari la protagonista di nome fa Beatrice e le due cose non vanno confuse. E a chi si crede un novello Dante per questo pensa di essere superiore agli altri, consiglio di abbassare le ali.

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    2. Ma, alla fine, credo che tutti stiamo dicendo la stessa cosa.
      Io ho capito perfettamente il tuo punto di vista e lo condivido. Ti ho persino fatto l'elenco di una parte di libri letti senza sentirmi da meno per averlo fatto! :) E fra di noi credo non ci sia qualcuno che abbia l'ardire di sentirsi un grande letterato, anzi semmai qualcuno che non si sentirà mai all'altezza di raggiungere livelli elevati di letteratura e se ne sta buono a scrivere bene nel suo piccolo, senza pretese!

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    3. Infatti mi sento in sintonia con te. Però, credimi, c'è chi si sente Grande Letterato...

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  8. Non c'è nessuno che riesca a dire ORA che cosa sia alta letteratura e che cosa non lo sia, tra gli autori contemporanei. Ci vuole un passaggio di tempo considerevole perché sia definita tale, e di solito non avviene quando l'autore è vivente, o perlomeno avviene in casi molto rari. E, anche a livello di mercato, alle volte è inspiegabile perché qualcuno vende di più e un altro di meno, altrimenti le case editrici si sarebbero già attrezzate.

    Alle volte è come se l'autore fosse troppo in anticipo sui tempi. Oppure ci sono autori, come ad esempio Giovannino Guareschi, che sono stati ferocemente odiati dai critici letterari e da una certa parte politica, e che ora sono ampiamente rivalutati.

    Io leggo un po' di tutto e sull'onda del momento, e non disdegno certo la letteratura di genere... anch'io ne scrivo, a voler guardare bene. Questa settimana mi sono letta ben tre gialli del commissario Maigret, pendolando in metropolitana, e con il massimo godimento. Lo stesso Simenon ha sfondato studiando a priori il mondo dell sartine e delle modiste francesi, cioè quel pubblico femminile che meglio avrebbe potuto apprezzare i suoi romanzi. Di Harmony ne ho letti in passato, e ambivo persino a tradurli perché pare che di lavoro ce ne sia sempre, e ho letto molti romanzi Liala e Delly! Quindi nemmeno io mi ergo a giudice se vedo uno che legge le 50 sfumature o Fabio Volo.

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    1. Appunto. Pensa al povero Morselli. Non credo mi piacerebbe essere come lui, scoperto subito dopo la morte, poveretto.
      La grande scrematura la fa il tempo, noi che scriviamo possiamo solo sperare di ottenere da Tempo uno sguardo benigno. Nel mentre facciamo del nostro meglio. Senza prendercela troppo con chi scrive o legge cose diverse da quelle che facciamo noi.

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  9. Sono d'accordo. Il punto è quello di cercare di fare del nostro meglio, e non solo quando si scrive ma proprio in generale. Poi, come dico sempre, "il futuro è nel grembo degli dei"!

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  10. Ho sempre alternato letteratura "alta" e letteratura di genere, a eccezione di un periodo dell'adolescenza, durato un paio di anni, in cui leggevo solo fantascienza. Così come ho sempre alternato musica "colta" e musica "incolta".
    In altre parole, con questo post nel mio caso sfondi una porta aperta :)

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    1. Esiste la musica incolta? (Adesso ho l'immagine di strumenti musicali che crescono sugli alberi nei boschi...). Io di musica conosco poco, ma ascolto dalla classica al metal, trovando in realtà perle di raffinatezza un po' ovunque...

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  11. Mi piace quando la stanchezza ti rende aggressiva :D
    Anch'io spesso penso che i Letterati puri soffrano d'invidia. Non che io sia immacolata nella coscienza, ammetto che ho pensieri impuri del tipo "non ci crede nessuno che la Rowling non avesse mai scritto nulla prima di Harry Potter. Scommetto che i libri che sta pubblicando ora, sotto il falso nome di Galbraith, sono "ricicloni" dei romanzi che aveva già scritto e che non sono mai stati presi in considerazione dalle case editrici"...
    In genere comunque preferisco un lettore che ammette di gustarsi del trash piuttosto che un purista che si rifiuta di leggere Fabio Volo (che non ho mai letto, ma a cui probabilmente darei un'occhiata se mi finisse tra le mani gratuitamente).
    PS: io voto la Austen!

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    1. Concordo!
      Alla fine sono riuscita a fare entrare entrambi in lista, ma è stato estratto Pavese (che non amo alla follia, ma mi sforzerò di leggere)

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    2. Pavese non mi è mai piaciuto, ma è dai tempi della scuola che lo evito, quindi forse ora lo giudicherei diversamente.

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    3. sì, anch'io. Mi fa ancora paura da allora...

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  12. Non so perché mi sono persa questo post.
    Di solito, fra facebook e blogger, riesco a vederli abbastanza in fretta.
    Io mi sono sempre definita una lettrice onnivora.
    Non voglio fare come certi individui che amano definirsi intellettuali e che nascondono l'armony fra le pagine di "Guerra e pace": io leggo un sacco di boiate, ma non penso che questo sminuisca il mio livello culturale. So di saper distinguere un capolavoro da una stupidaggine, ma ciò non mi impedisce di gradire la stupidaggine per il piacere momentaneo che può darmi.
    Leggo prevalentemente romanzi contemporanei, di genere e non di genere. Di classici, ai tempi della scuola, ne ho letti fin troppi. Ora voglio essere al passo con il mio secolo, mi serve anche perché sto scrivendo un romanzo post-moderno.
    Il fatto che il mio romanzo non sia inquadrabile in un genere, però, non mi pone sul piedistallo. Il mio sogno è sempre stato scrivere un giallo, ma non ne sono capace. :)

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    1. Sono molto vicina al tuo punto di vista (anche se sto implementando la lettura di classici).
      E mi piacerebbe davvero leggere un tuo giallo!

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    2. Ne ho in mente uno ambientato nel mio ufficio. Ho già una vittima, un assassino, sospetti e persino un complice che tace per salvare la sua carriera...
      Prima però devo finire l'opera a cui sto lavorando ora. :)

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  13. Io leggo tutto quello che mi va di leggere :)
    Ho letto alta letteratura e anche letteratura di consumo. Leggo in funzione del mio stato d'animo, che sceglie per me i libri da leggere.
    Vorrei saper scrivere alta letteratura e mi piace scrivere anche quella di consumo. Scrivo secondo il mio stato d'animo :)

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  14. Bellissimo questo post, lo quoto tutto!!! Da laureata in Filosofia che s'è sciroppata Heidegger & co., e ora da 4 volte mamma che, la sera, sono così stanca che ho bisogno di rilassarmi con romanzi meno impegnativi (ma che non siano stupidi). Brava Antonella! Scusa se passo di meno, ho chiuso il blog e mi dedico alla scrittura e basta... ma ogni tanto arrivo!Bacioni!

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    1. Passa quando vuoi! Immagino che tu sia super impegnata! E viva le letture rilassate della sera

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