Nell'aria c'è profumo di primavera, o, meglio, è iniziata la fioritura del nocciolo e io starnutisco, segno che è iniziata, se non la primavera, almeno la stagione dell'allergia.
Un attimo fa era settembre, con le sue rivoluzioni e ora ho già dovuto firmare per la maternità facoltativa, perché quella obbligatoria è agli sgoccioli.
La pupattola è cresciuta al punto che non la reggo più. Fisicamente. Giovedì mi è ceduto un polso. Credo che il problema sia strutturale. Oggi sono andata in farmacia a cercare una fascia. Il farmacista mi ha guardato il polso, lo ha misurato ed è andato a prendermi una fascia taglia 0, che mi sta larga. Più piccola c'era solo con gli orsetti e più o meno adatta ai coetanei della pupattola. Lei, poi, non ha decisamente la mia ossatura, iniziamo a presumere che sia imparentata con gli orsi e nessuno più si preoccupa che non mangi abbastanza. Non che sia ciccia, si badi bene, è solo grossa, più lunga di quanto previsto dalle tabelle di crescita e proporzionata di consistenza.
Quindi sali le scale con lei in braccio, scendi le scale con lei in braccio, sistema le cose con lei in braccio, sali e scendi le scale con lei all'interno dell'ovetto, alla sera scopro l'esistenza di muscoli a me ignoti e bramo il fine settimana per mollarla, fisicamente intendo, al marito. Se dovessi dare un consiglio, adesso come adesso, a una futura mamma adottiva, me ne uscirebbe uno dal cuore: fai palestra, cerca di arrivare fisicamente preparata, perché i figli sono un peso, letteralmente!
Muscoli doloranti a parte, il nuovo passeggino da sterrato ci ha cambiato la vita e ora ci sentiamo padrone delle colline, con il corso di acquaticità da poco iniziato per l'estate contiamo di diventare anche padrone dei laghi.
È una vita strana questa, con dei ritmi a cui non ero abituata. Le pappe e i biberon scandiscono il tempo, con un ritmo quasi da monastero (fortuna che abbiamo ormai abbandonato il latte di compieta). Ascoltiamo oziose le chiacchiere al bar con un mezzo sorriso sotto i baffi a chi si lamenta delle palme in piazza Duomo a Milano che "non sono tipiche" quando qui fino a qualche decennio fa la palma era segno di ricchezza e ce n'è una praticamente in ogni giardino (a un certo punto, suppongo, devono essersi svalutate).
Questa sensazione di essere in una bolla oziosa dove le notizie sono i nomi dei nuovi vitelli del pastore o l'apertura, dopo tanto tempo, di un ristorante in paese, mi piace ma a tratti mi sta stretta. Mi manca un poco il contatto col mondo, con i ragazzi e i colleghi. A settembre mi darò della cretina per aver solo osato formulare questo pensiero, ma forse è anche questa l'essenza della primavera. Un risvegliarsi del pensiero, degli interessi, della voglia di fare. Ora, appunto, non c'è più la compieta del biberon e anche il mattutino si svolge in orari più umani, c'è la possibilità di pensare.
La maternità impone gesti lenti ma continuativi e in mezzo si insinuano i pensieri, abbozzi di trame, desiderio di scrivere o riscrivere. Si insinua poco il tempo per farlo, ma se una cosa mi hanno insegnato le storie è che, se sono forti, trovano comunque un modo di farsi strada. Magari prenderanno la forma di filastrocche per la pupattola, magari di racconti o addirittura di romanzi. Ancora non so. Nell'aria c'è profumo di primavera, ma ancora non è sbocciata.
Per il momento faccio sollevamento bimba, ascolto le chiacchiere al bar e starnutisco.
Io non avrei avuto le forze di prendere la maternità facoltativa.... sono tornata a lavorare all'inizio dello svezzamento con un part-time e l'allattamento , quindi si trattava di passare poche ore al giorno fuori casa. E quelle poche ore erano una rinascita. Quindi non credo che a settembre ti darai della cretina, anche se il momento del rientro a lavoro fa davvero paura. Credo però che passare almeno mezza giornata in mezzo agli adulti e in mezzo ha problemi diversi da quelli della famiglia sia molto positivo. Poi dipende sempre dalle persone, ho due cugine che hanno scelto di lasciare il lavoro per ben quattro anni dopo la nascita delle loro prime e uniche figlie. Io sarei sicuramente morta..
RispondiEliminaNon credo che il mio sia tanto un desiderio di staccare, quanto un risveglio degli interessi. Potessi me la porterei dietro. Anzi, credo che per certi alunni fare i baby sitter a turno sarebbe anche utile!
EliminaIo invece sento proprio il bisogno di essere di nuovo solo me stessa,almeno qualche ora al giorno, altrimenti divento una mamma svogliata, distratta e irritabile... Dopo piccole separazioni gioco più convinta di prima!!
EliminaQuindi la pupattola ha l'oRsatura :D
RispondiEliminaBeh, come dici tu, è ancora un momento di transizione. Non è ancora arrivata la primavera, l'importante è fissare bene le idee :)
Moz-
È proprio un'orsetta! Ormai è la predatrice dominante di casa e branca il gatto con entrambe le manine appena questi fa l'errore di capitarle a tiro (sto cercando di insegnarle che il gatto si accarezza e non si tira, ma senza troppi risultati...)
EliminaAllora ti dico solo questo: il mio primogenito era un gran rompiscatole. Non voleva essere depositato in cullette, ovetti e dondolini vari, il box era una gabbia, non si accontentava di niente, piangeva come un forsennato e l'unico modo per farlo stare in silenzio era caricarlo dentro il marsupio che mi montavo tra l'altro davanti. Così lui si divertiva a vedermi fare l'impossibile: lavare piatti, passare l'aspirapolvere, persino lavarmi (e non scherzo) e io mi riducevo a fine giornata con la schiena a pezzi e una stanchezza da lavori forzati.
RispondiEliminaPer questo i figli si fanno da giovani: nei primi anni, soprattutto, non sono una passeggiata di salute. I miei, poi, sono nati in primavera entrambi e i mesi più impegnativi me li sono fatti con 30 gradi all'ombra.
Lei è un amore, è una bimba felice ed è un piacere passare le giornate con lei, anche se alla fine se ne esce a pezzi.
EliminaIl problema di fare i figli da giovani è un po' più complicato per noi adottanti. Intanto l'idea di adottare non si matura in un giorno, ci sono varie fasi da attraversare (noi abbiamo una storia famigliare particolare e qualcuno l'abbiamo saltata, ma altre sono necessarie). Poi c'è da dire che regolarizzarsi col lavoro è un obbligo, perché il reddito è una delle cose che vengono controllate, meglio estinguere i mutui e avere dei lavori stabili, cosa non immediata di questi tempi. Infine le tempistiche non sono rapide. Insomma, è una lunga, lunga gravidanza.
Ma guarda che tu sei giovane!!!! Nati negli anni '80, tutti giovani 💪💪
EliminaSì, mi sto rendendo conto sentendotene parlare. Non pensavo davvero fosse così complicato.
EliminaE poi, ha ragione Viola: tu sei giovane, in realtà lo ero anch'io (avevo 30 e 32 anni quando sono nati i miei ragazzi), che ora a pensare a quello che ero capace di fare...
Io vado per i 37 e mi sa che questi 5 anni, che sono proprio quelli trascorsi tra presa di coscienza e burocrazia, pensino parecchio sul mio organismo...
EliminaBello leggere della tua nuova vita ^_^
RispondiEliminaDicono tutti che poi si ha nostalgia dei momenti che stai vivendo... forse ci si scorda delle fasce con Hello Kitty e dei polsi indolenziti!
RispondiEliminaBen vengano le fasce! Ogni sorriso della pupattola è unico e non voglio perdermene neppure uno. Solo avevo sottovalutato l'impatto fisico. Ti preparano un sacco a quello psicologico al cosa penserai/sentirai/proverai verso il pupo, non a come fare le scale con il pupo!
EliminaPochi giorni fa ho tenuto in braccio mio nipote di otto mesi e dopo cinque minuti mi sono resa conto che stavo sudando xD
RispondiEliminaIeri l'ho mollata alla zia per un quarto d'ora e ho visto il sollievo fisico quando me l'ha ridata...
EliminaAnche qui la primavera davvero incombe con la sua bellezza, io non starnutisco - recupero alla grande in autunno - e quest'anno il suo arrivo lo percepisco in particolar modo. A dire il vero la mattina è ancora piuttosto freddino. Mi spiace per il polso ma questo post è delizioso così delicato e un po' diverso dai tuoi soliti. Sandra
RispondiEliminaOgni tanto ci vuole!
EliminaPerò oggi la nebbia è venuta a salvarmi dall'allergia e io non so se davvero la preferisco all'antistaminico...
Le storie le covi, acquistano pressione, e quando finalmente le liberi escono così sparate che in due giorni fai il lavoro di un mese. ;)
RispondiEliminaCi può stare. Quando la mia pupattola era effettivamente una pupattola (per me lo sarà sempre, ma ora messaggia su whatsapp e una volta al mese ha problemi tipici da donna adulta) il mio "tempo libero" era un'entità astratta. Praticamente non ne avevo più, infatti in quegli anni ho scritto pochissimo, quasi nulla. Però ne è valsa la pena :-)
RispondiEliminaQuello del tempo in realtà è un problema relativo. Ero abituata a un lavoro molto sociale e mi manca un po' di buona conversazione su argomenti di mio interesse. Non mollerei la pupa, potendo scegliere me la porterei dietro... In un mondo ideale su un carretto trainato da un pony, però, non in braccio...
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EliminaHo provato a fare mente locale e mi sono ricordata che effettivamente quando la bambina era una sola ed era piccola anche io la lasciavo meno volentieri. Il bisogno di separazione é fondamentalmente nato quando ha iniziato a parlare- e purtroppo ha iniziato prestissimo: a quel punto qualunque conversazione doveva essere per lei comprensibile e possibilmente interessante se no si pagava il prezzo di urla e dispetti vari. Però quando non parlava riuscivamo a portarla davvero dappertutto, dalla Chiesa alla palestra. E non amavo gli svaghi che la escludessero. Però al lavoro sono tornata lo stesso presto e volentieri. La mia doppia facoltativa aspetta ancora in un cassetto, forse dovrei farci qualcosa...
RispondiEliminaCredo che a volte a starmi stretto sia il paese. Mi piace molto vivere qui, ma c'è la caffetteria, il fruttivendolo, la chiesa e poi pascoli e boschi. E per quanto ami davvero discutere di galline con la vicina di casa a volte mi piacerebbe anche affrontare argomenti diversi, ecco.
EliminaPerò i boschi sono grandi e belli, magari li avessi qui... nonché in città cambi molto se esco semplicemente di casa per fare una passeggiata anche io trovo giusto il fruttivendolo con cui fare due chiacchiere o la vicina in pensione. Meno male che c'e' Il blog!
EliminaLa cosa curiosa è che c'è gente molto interessante anche in paese e forse è anche più facile incontrarsi e conoscersi. È che, giustamente, l'universo mondo di giorno è al lavoro e alla sera sono presa da altre faccende o crollo. Ma il fatto che io abbia volta di chiacchierare e di fare è sintomo, credo che tutto sta andando alla grande.
EliminaLa vita è scandita da momenti, e tu stai vivendo quello che quando sarà finito sono certa ti mancherà.
RispondiElimina:)
Ma certo, certissimo!
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