giovedì 16 febbraio 2017

Seguendo la cometa 13 – Sognando l'Africa


Il che dimostra come le adozioni internazionali a volte si complichino senza che gli enti ci mettano lo zampino. Entrambi questi eventi sono capitati prima che noi scegliessimo un ente, anzi, quello dell'Etiopia molto gentilmente al telefono mi disse che non era proprio cosa e che non avevano intenzione di spillarmi denaro per tenermi anni in stallo. Le famiglie che però avevano già depositato la documentazione hanno vissuto dei gran brutti momenti. Adesso per entrambi questi stati le cose sembra che abbiano riprese a muoversi, ma si sono persi dei mesi, in alcuni casi ad abbinamenti avvenuti. Insomma, quando ci si lancia nell'adozione internazionale si è proprio un po' in balia del caso, perché tutto può accadere.

20 commenti:

  1. Sono del tutto incompetente sulla materia quindi magari dico una cavolata, però nel caso specifico parliamo anche di due stati che, purtroppo, vivono condizioni di disordine politico interno e quindi sono più inclini a problematiche del genere.

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    1. Se uno stato fa adozioni internazionali è perché non può farsi carico dei propri bambini, difficilmente avrà un governo stabile e zero problemi...

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  2. Internazionale forse è più facile a distanza :)

    Moz-

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  3. Una persona che conosco sta adottando in Kenya. Con il marito, è già stata là diverse volte. Loro non hanno mai avuto problemi particolari, ma Ariano ha anticipato ciò che avrei voluto dire io. :-)

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    1. Già il "diverse volte" mi parla di una procedura tutt'altro che semplice, almeno a me. Io avevo escluso a priori tutti quei paesi in cui vai, conosci il bambino e poi torni indietro lasciando là, non ne sarei stata capace. Una delle mie priorità nella scelta del paese era che una volta incontrato sarebbe venuto a casa con me. Comunque, come scritto sopra, tutti i paesi che fanno adozioni internazionali hanno i loro problemi.

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  4. Forse quando hai a che fare con Paesi problematici devi essere consapevole di ogni conseguenza che potrebbe derivarne, in modo da non caricarsi di troppe aspettative, ma immagino che sia facile parlare...

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    1. la scelta del paese è un atto ufficiale, che viene registrata dai ministeri in Italia e nel paese, anche se è possibile poi cambiare non è facile, anche solo a livello burocratico. Inoltre sei già abbastanza avanti con la procedura, sei in ballo da più di un anno, hai avuto la sentenza di idoneità. Cosa non così secondaria, con la scelta del paese (e dell'ente) inizi a pagare cifre non indifferenti. Insomma a quel punto è davvero impossibile non farsi aspettative. Oltre tutto, ogni paese è problematico a modo suo.
      Qui in zona ad esempio con l'Etiopia c'è un rapporto strettissimo, ci sono persone dei nostri paesi che lavorano in alcuni orfanatrofi là, creando un filo diretto. Per anni le adozioni con l'Etiopia sono filate liscissime anche per questo (io avrò già avuto cinque o sei alunni nati in Etiopia) per cui il blocco è stato un fulmine a ciel sereno e un dramma che ha toccato anche chi non era direttamente coinvolto.

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  5. Ho conosciuto diverse esperienze di adozioni internazionali e di ciascuna ricordo la gran fatica e la tenacia dei futuri genitori.
    Dinanzi a tante difficoltà, solo il forte desiderio di giungere a un risultato concreto può spingere ad andare avanti.

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    1. Fatica tanti, per tanti motivi, poi ci sono anche percorsi più lineari. Come in un sacco di cose, purtroppo, ci vuole fortuna.

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  6. Una coppia di miei amici ha adottato in Russia. Per più di un anno hanno fatto su e giù. Hanno conosciuto la bambina che aveva 2 anni e l'hanno portata a casa che ne aveva tre e mezzo. Non avevo mai considerato la cosa dal loro punto di vista con la sofferenza di doverla lasciare lì ogni volta.. però ho spesso pensato alla sofferenza della bambina, tra i 2 ei 3 anni di vita è una fase delicatissima e secondo me il bisogno di un genitore è enorme. Con che coraggio le abbiano fatto passare questa fase in orfanotrofio quando c'era una coppia disponibile a prenderla subito io proprio non lo posso capire.

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    1. Guarda, la procedura russa mi lascia infinite perplessità. Ho sentito ogni sorta di storia, in quasi tutti i casi le informazioni mediche sul bambino sono due tutto inaffidabili, si va da bimbi descritti come tetraplegici perfettamente sani ad altri, purtroppo, con gravissime patologie diagnosticate solo in Italia. I viaggi multipli con lo strazio di lasciare ogni volta il piccolo (e con il rischio che qualcosa vada storto tra un viaggio e l'altro) sono solo una parte dei calvari che ho sentito raccontare.
      Anche per chi è andato tutto liscio immagino sia stato uno strazio. Oltre tutto gli orfanatrofi russi sono un incubo e per ogni anno di permanenza là ce ne vogliono altri per riprendersi, quindi posso solo immaginare la sofferenza dei genitori (oltre che della bimba, ma forse lei era meno consapevole).

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  7. Alcuni paesi prevedono più incontri distanziati, quindi più viaggi, a meno di restare a lungo in loco, con notevoli disagi e problemi per il lavoro e per lasciare il bimbo e tornarsene a casa ogni volta. Altri soggiorni molto lunghi, tutto va valutato ma se in corso d'opera le adozioni si chiudono allora è drammatico. Mi soffermo sulla vignetta con Tenar in total relax piedi sul pouf, molto bella. Sandra

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    1. Sì, mi rendo conto che è difficile raccontare tutto ciò a chi sta fuori (e per questo mi rendo conto che forse questa rubrica serve). Tutti i paesi in cui si può fare l'internazionale hanno problemi e la scelta del paese è una scelta ufficiale anche a livello di diplomazie statali. Credo che anche certi film americani abbiano un po' diffuso un'immagine di adozione internazionale facile (tanto che si sente dire "certo, in Italia è difficile, ma tanto si può andare all'estero") invece è una palude in cui spesso ci si sente del tutto impotenti e se un paese chiude, come dici tu, è un dramma. Per fortuna sia in Etiopia che in Burkina le cose sono ripartite e abbiamo da poco conosciuto uno coppia che sta per fare la seconda adozione in Etiopia. La prima bimba è splendida.

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  8. Mi è venuto in mente leggendo il post anche il dramma di tutte quelle famiglie italiane che avevano adottato i bambini in Congo; e poi il governo congolese aveva bloccato tutte le adozioni per presunte irregolarità, ma di altri stati. Erano stati mesi di dramma: alcuni genitori erano rimasti, ma altri dovevano per forza rientrare e riprendere il lavoro. Comunicavano via webcam e i bambini continuavano a chiedere quando sarebbero venuti a prenderli. Alla fine si era risolta, ma mi pare non per tutte le famiglie.

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    1. Ho seguito il meno possibile la questione del Congo, perché in quel periodo stavo giusto facendo le carte per l'Internazionale e non volevo cadere in depressione, ma la mia fonte mi ha accennato ad irregolarità anche di enti italiani. Le famiglie coinvolte, però, non avevano sbagliato nulla, si erano solo trovate in una situazione più grande di loro, per non parlare dei bambini. Per so anche che alcune adozioni con abbinamenti già fatti (cioè sai già nome e dati del bambino, stai già preparando la cameretta) sono saltate. Una situazione straziante.

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  9. Sono cose che ahimè conosco e ti dico non sempre ho voglia di parlarne ancora, perché in fondo è anche un po' un rimestare nel calderone del dolore, ma ogni puntata mi tira fuori anche dati oggettivi che magari tornano utili. E al massimo mi soffermo sulle vignette sempre molto simpatiche, ecco è ufficiale se non dovessi vedermi tra i commenti non sarà mai mancato apprezzamento ma magari l'emotività ha preso il sopravvento e ho chiuso tutto. Baci Sandra

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    1. Non preoccuparti, capisco benissimo. Penso comunque che i tuoi commenti, se ne avrai voglia (mica è un obbligo) possano essere utili a chi magari arriva qui proprio in cerca di informazioni. Questa rubrica ha parecchie visite, a commentare siamo sempre noi, ma credo che molti siano visitatori in cerca di informazioni e più se ne hanno e meglio è. Detto questo, capisco e ti sono vicina.

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  10. Il percorso delle adozioni credo sia già difficilissimo in generale, nel caso di quelle internazionali con paesi come il Congo, il Burkina Faso credo sia proprio un calvario, ammiro le famiglie per il loro coraggio.

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    1. Un po' tutti i paesi che fanno l'internazionale sono problematici a modo loro. Burkina e Etiopia non avevano avuto problemi per anni e avevano una serie di vantaggi pratici non secondari come tempi di permanenza ragionevoli, in Etiopia un ottimo supporto in loco... Per fortuna i problemi in questi due paesi sembrano risolti, sul Congo non ho notizie aggiornate anche se qui da me so che c'è stata un'adozione quest'estate da lì, ma la famiglia non è nel nostro gruppo di post adozione e quindi li ho solo intravisti.

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