Se partecipate a un concorso letterario, non dimenticate di averlo fatto.
Se partecipate a un concorso letterario controllate data e luogo di premiazione e assicuratevi di poterci andare.
Perché poi trovarsi con una pupattola a chiedersi come raggiungere la premiazione è un po' spiazzante...
Detto questo, SONO IN FINALE AL GRAN GIALLO CITTÀ DI CATTOLICA! EVVIVA!
Parte prima
Parte seconda
Parte terza
Riassunto breve
Padre Marco, parroco e docente di religione in un liceo, è a Parigi come accompagnatore di alcune classi in gita. In un mattino di pioggia lui e gli altri colleghi si rendono conto che uno degli alunni, Livio Massenzio, è scomparso.
Parlando con i compagni di classe dello scomparso, si scopre che Livio aveva dato appuntamento a un ragazzo di un'altra scuola, anche lui in gita a Parigi. Questi, Massimo, di madrelingua francese, aveva organizzato per lui e l'amico l'incontro con una escort, Amelie. Massimo, tuttavia, è tornato da solo al proprio albergo dopo aver lasciato Livio ancora in compagnia di Amelie.
Padre Marco, in compagnia della collega Anita, si reca quindi nel quartiere di Pigalle alla ricerca di Amelie, sperando che lo scomparso si trovi ancora presso di lei.
Padre Marco, in compagnia della collega Anita, si reca quindi nel quartiere di Pigalle alla ricerca di Amelie, sperando che lo scomparso si trovi ancora presso di lei.
IL BACIO DELLA VEDOVA – PARTE QUARTA
Marco non era mai stato nell’appartamento di una prostituta. Si accorse di avere in testa un’idea piuttosto stereotipata di come dovesse essere la casa di una donna di quel genere a Pigalle.
Amelie aveva aperto loro la porta in vestaglia e li aveva lasciati ad attendere in un salottino di buon gusto con gli scaffali pieni di libri. Per la maggior parte erano testi universitari. La ragazza doveva studiare lingue e aperta sul tavolino c’era una copia della Divina Commedia piena di sottolineature. Lì accanto, un peluche a forma di pecorella. Alle pareti, fotografie di paesaggi. Marco si chiese quanto cambiasse quella stanza in “orario serale”.
Una porta si aprì e apparve Amelie. Doveva essere stata in dubbio sul motivo della visita. Il suo abbigliamento, valutò il prete, era una prudente via di mezzo che le avrebbe permesso di interpretare qualsiasi ruolo la situazione avesse richiesto. Jeans attillati ma non scandalosi e una camicetta rossa tutta traforata dalla quale si intravedeva il reggiseno nero.
– È per una predica o per un appuntamento? – chiese.
– Nessuna delle due cose – disse Marco e le spiegò il problema.
Prima che il prete finisse di parlare, Amelie era tornata in cucina e ne era uscita di nuovo portando caffè per tutti.
– Da quando ho fatto l’Erasmus a Bologna, riesco a bere solo l’espresso – disse, servendoli.
– Dunque lei è principalmente una studentessa – commentò Anita, troppo sopraffatta dalla situazione per uscirne con qualcosa di diverso.
– Ultimo anno, preparo una tesi su Dante… E mi pago gli studi… Ieri notte i vostri studenti mi hanno fatto faticare – si concesse un sorriso ambiguo nel visetto da ragazzina.
– Peccato che uno solo sia tornato all’ovile.
Amelie, che in realtà, avevano scoperto, si chiamava Sandrine, si strinse nelle spalle.
– Da qua è uscito che stava bene. Erano passate le cinque. Per Livio era la prima volta e voi sapete... – guardò di sottecchi il collare di padre Marco – Ecco, nessuno è spigliato la prima volta che fa qualcosa, quale che sia. E raramente viene bene. Così gli ho offerto un secondo giro, se così si può dire. Era vivo e vegeto e decisamente euforico quando è uscito da qui.
– Ha qualche idea sul perché non sia tornato in hotel?
– Lui era euforico. Io ero esausta e con la prospettiva di dovermi alzare al più presto a tradurre il X canto dell’Inferno. Mi sono buttata sotto la doccia e poi a dormire.
– E adesso? – chiese Anita.
Marco scosse il capo.
Fino a quel momento aveva sperato che avrebbero trovato Livio sano e salvo. Aveva pregato che la ragazza gli avesse offerto di dormire lì o che, vedendolo esausto, lo avesse indirizzato verso una bettola a poco prezzo. Invece Livio, che già di buon senso ne aveva poco in circostanze normali, euforico dopo la sua prima esperienza di sesso, si era inoltrato da solo per Pigalle. Chissà se almeno aveva acceso anche lui il navigatore? E chissà quali spettacoli poteva offrire Pigalle all’alba, con i locali che chiudevano e gli ultimi ubriachi per le strade pieni di rancore verso il mondo.
– Adesso, davvero, chiamiamo la polizia, se Sandrine ci aiuta con numero di telefono – disse, sospirando.
In quel momento il cellulare del prete squillò
– È dentro per spaccio di droga nel commissariato di zona – riassunse Marco, al termine della telefonata.
– Cosa? – chiesero all’unisono Anita e Sandrine.
– Lo hanno preso mentre uno spacciatore locale gli passava un pacchetto con cocaina e erba a pochi metri da qui.
– Non lo possono tenere dentro per una dose per uso personale – protestò Anita.
– Per uso personale quella roba gli sarebbe bastata per un anno o due, a quanto pare – disse Marco.
– Non mi sembrava un drogato – commentò Sandrine, meditabonda.
– Si faceva qualche canna. Qualche volta l’ho intravisto anche nel parcheggio della scuola, ma nulla di più – mormorò Anita, sotto choc.
– Livio non parla una parola di francese. Io mi sono fatto una certa idea su come siano andate le cose.
– Sì, va bene, ma adesso cosa facciamo? – chiese la professoressa.
– Andiamo dalla polizia e ce lo facciamo ridare in dietro – replicò Marco.
– Lo faranno? – si intromise Sandrine. – È un’incriminazione grave e qua, in generale, non si ha molta simpatia per gli italiani.
– Non sei tu, Marco, ad aver detto che negli anni ’40 usavano ancora la ghigliottina? – Anita sembrava sul punto di cedere al panico.
– Sì, ma adesso non lo fanno più. – provò a calmarla il prete.
– Non è comunque un buon biglietto da visita.
wow quello di Cattolica è un premio importante davvero. Super congrat! Ma dai la Romagna è perfetta per la pupattole, vai con lei. Sandra
RispondiEliminaSono le 8 ore d'auto che dovrebbe sparasi in due giorni che ci preoccupano...
EliminaCiao Antonella, congratulazioni per il premio. Cattolica ha una spiaggia adattissima per chi ha bambini. Troverai tutti i servizi e la pupattola farà la sua prima esperienza con la sabbia ;)
RispondiEliminaP.s. mi sono stampata il romanzo, domani lo leggo con calma in montagna, al ritorno commento.
Sì, Cattolica è perfetta per i bambini, sono il viaggio e i tempi stretti che ci lasciano in dubbio, purtroppo è un po' tardi per cambiare il piano ferie e così tante ore d'auto per una mezza giornata di mare non so se siano il massimo...
EliminaIntanto complimenti per la finale. Cavoli, è una bella soddisfazione.
RispondiEliminaLa storia procede bene, si aprono ulteriori scenari.
Diamine, complimenti!
RispondiElimina:)
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