lunedì 8 giugno 2015

La crisi del capitolo X


Innanzi tutto leggete l'avviso ai naviganti che trovate qui di lato, in alto e ben visibile, come da norma. 

Ho deciso, per questo progetto lungo così particolare per me, di tenere una sorta di diario, un po' per condividere gioie e dolori della prima stesura, un po' per farmi coraggio.
Ho pubblicato due romanzi, ne ho almeno due completi che non verranno pubblicati e uno che chissà, ma a ogni giorno che passa il chissà si fa più labile. Ne ho un certo numero di altri incompiuti, ancora nella memoria di questo computer o abbandonati in memorie ormai disgregate di apparecchi precedenti. Tutti quegli abbozzi di mondi narrativi mai compiuti sono arenati più o meno al capitolo dieci.
Il capitolo dieci è, per me, un punto di passaggio cruciale. I primi dieci capitoli, bene o male, si scrivono, un po' sulla spinta dell'entusiasmo iniziale, un po' sulla cresta del "beh, almeno proviamo". Ma dopo dieci capitoli le battute si accumulano, le ore passate al computer anche e la domanda "ma ne vale la pena?" diventa impellente. 
Io sono una che, quando ha una storia per le mani, la scrive. Piuttosto preferisco non pensare neppure a un progetto lungo quando sono incasinata, perché poi soffrirei a non poterlo scrivere o, come già capitato, mi troverei alla tastiera ad orari improbabili. Se ho da scrivere, scrivo. Come imperativo morale, necessità fisica. Dieci capitoli, quindi, vogliono già dire un bel monte ore rubato a qualsiasi altra cosa, famiglia, amici, uscite serali, lettura, televisione, sport. Abbandonare un progetto dopo il capitolo dieci, per le stesse ragioni, diventa una sorta di auto tradimento. Tutte quelle ore buttate vie per niente. Così, progetto dopo progetto, il capitolo X è diventato una sorta di punto di non ritorno, momento di crisi o di riflessione.

Di SM ho scritto la sinossi durante il ponte del 1° maggio e adesso, inevitabilmente, sono al capitolo dieci. È, per certi versi, una storia diversa da qualsiasi altra abbia scritto prima. Perché c'è un pochino più di me (o c'è in modo meno velato). Perché, pur rimanendo con orgoglio un giallo, parla profondamente d'amore.
Di amore tutti, dai dodici anni in su si sentono di poter pontificare. Per me, invece, è sempre stato un argomento da trattare con pudore. Non era mai l'argomento principale della storia e, chissà per quale assurdo sadismo, ci fosse mai stata una singola storia d'amore finita bene! Solo in due racconti brevi sono riuscita a mettere una storia d'amore a lieto fine. Per il resto, solo tragedie più o meno trattenute (chi ha letto Prima che venga il gelo avrà visto come sia riuscita a far finire male anche la storia d'amore del cane...). Per tutti questi motivi e per altri ancora, i primi nove capitoli di SM sono stati una sofferenza. Il "beh, almeno proviamo" mi ha fatto andare avanti con un buon ritmo, ma mai con facilità. Mi sono bloccata. Ho chiesto un preventivo per una valutazione della sinossi (non me lo posso permettere). Ho scocciato gli amici. Attendevo l'arrivo del capitolo X come di una pietra tombale pronta a calare sul romanzo.
Invece no.
Al capitolo X qualcosa è cambiato. Sarà che finalmente qualcosa è successo (la lentezza geologica dei primi nove capitoli è qualcosa a cui prima o dopo bisognerà porre rimedio). Sarà che finalmente i due protagonisti si sono trovati faccia a faccia. E funzionano. La cosa è tutt'altro che scontata. Non c'è sinossi, costruzione o tecnica che regga. È chimica, è magia. Proprio come con gli attori, non si sa mai se due personaggi insieme funzioneranno oppure no, fino a che non li si trova insieme. Funzionano. E proprio mentre scrivevo questo maledetto capitolo X, mi rendevo conto che la storia fluiva. Magari non il modo perfetto, certo, ma ha una sua ben chiara ragione dell'esistere. Adesso che queste due anime tormentate si sono incontrate, credo, ho il dovere morale di portare a conclusione la loro storia. Adesso che il capitolo X è concluso, posso iniziare a pensare di poter arrivare in fondo a questa storia.

Anche per voi funziona così? C'è un punto preciso in un progetto di scrittura in cui capite se ce la potete fare oppure no? E come sta procedendo il vostro attuale progetto?

26 commenti:

  1. Un giro di boa, quindi.
    Non per la storia quanto per chi la storia la scrive. Credo sia normale, magari per te è il capitolo X (come ics) per altri il capitolo Y.
    E' normale, tutti -durante lo svolgimento di un lavoro- ci chiediamo se serva. La risposta, onesta, è dentro di noi. La risposta può essere anche solo "sì, serve perché mi diverte" :D

    Moz-

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    1. Il fatto è che a volte, a fianco del divertimento intrinseco della creazione letteraria, non c'è molto divertimento. I personaggi stanno male per cose assai poco simpatiche, per farli stare male devi tirar fuori il peggio di te e finisce che stai un po' male anche tu. Bisogna credere davvero che tutto possa avere un senso per un lettore, che possa trasmettere un'emozione per cui valga la pena di lottare.

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  2. Non ho mai abbandonato alcun romanzo, li completo tutti e al massimo poi si capisce che no, non funziona, ma solo quando è finito. C'è da dire che la costanza non mi manca, in nessun campo. Oltre ai 3 pubblicati, ne ho scritti altri 2, i primi 2, che non vedranno mai una pubblicazione. Le crisi ci sono e come dici tu non è detto che i personaggi funzionino andando avanti e incontrando i propri compagni di viaggio. Sul romanzo in lavorazione ad esempio il personaggio di Virginia, che tanto mi piacque quando arrivò nella mia testa, ora ha un ruolo meno importante di quanto pensassi all'inizio, per darle maggior spazio e spessore toccava imbarcarsi in discorsi di immigrati e altro che onestamente non ho voglia nè competenze di affrontare, per non dire che la storia è già abbastanza ricca senza aggiungere altro. E Virginia ne ha fatto le spese. Bacio Sandra

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    1. Io invece ho giochicchiato parecchio con la scrittura, prima di capire un pochino come funzionava, come risultato ho lasciato alcuni "cadaveri di romanzo" per strada. Un tentativo di storia per ragazzi e un tentativo YA in un futuro postatomico locale (un Piemonte post atomico per la precisione) che, chissà, magari un giorno... E altri che probabilmente ho rimosso. Questa volta non so, ho in mano cose meravigliose che possono creare una gran storia. Oppure un disastro totale. Trovare un equilibrio non è facile. E, come hai detto te, non è detto che un personaggio ben costruito alla prova dei fatti funzioni.

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  3. Antonella, mi sono arenata anch'io. Ho scritto un romanzo storico rimasto nel cassetto, poi mi sono lanciata in un romanzo ambientato in una terra che suscita da sempre in me una fascinazione: l'Irlanda. Volevo seguire le vicende di una giovane donna nata negli strati più bassi della società, nel XIX secolo, che si vede i propri genitori adottivi partire per l'America e lei rimasta con una vecchia zia che la instrada al mestiere di cameriera in una proprietà inglese. Fin qui sembrerebbe un polpettone romantico, ma puntavo sulla descrizione delle vicissitudini subite dagli irlandesi da parte della dominazione britannica, con tanto di ricerche sui dialetti gaelici e quant'altro. Arenata dopo una decina di capitoli.

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    1. La decina di capitoli è proprio una sorta di prova del nove. Comunque complimentissimi per l'idea. Non è facile dall'Italia scrivere sull'Irlanda di quel tempo, immagino. Mi sembra un bel progetto ambizioso, magari in futuro potrò tornare alla luce?

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    2. Magari! Intanto c'è da revisionare il romanzo che portai a termine. Ecco, vorrei sapere se quello ha una qualche possibilità. Vedremo. In quegli anni sentivo in me una forte ispirazione che col tempo si è persa, assorbita dai miei scritti teatrali.

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    3. Rimetterci mano dopo tanto tempo è un ottimo modo per capire se ci può essere un ritorno di fiamma!

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  4. In pratica come una crisi del settimo anno: se la superi la tua storia d'amore durerà per sempre!
    Coraggio, superato lo scoglio capitolo X si naviga alla grande sino all'ultimo capitolo!

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    1. Infatti sto già lavorando all'11. Certo, il problema non è se io amerò per sempre la mia storia, ma se la potranno amare i lettori...

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  5. I miei due progetti in corso d'opera?
    Della blog novel ho pubblicato giusto ieri la prima pagina del capitolo X (buffa coincidenza, no?).
    Il mio romanzo, salvo modifiche all'ultimo minuto, ha 27 capitoli cioè tre alla terza (ma ovviamente non ho fatto nessun calcolo matematico e il numero è venuto così da solo). Capitoli critici non ne ricordo, anche perché nello stesso istante in cui ho concepito la storia ho 'visto' tutto il suo contenuto, dalla prima all'ultima pagina.

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    1. Wow! Che bello vedere subito tutta la storia! A volte, in effetti, succede, ma anche in quei casi fortunati poi bisogna scriverla e quello è tutto un altro paio di maniche.
      La mia storia credo si attesterà sui 40 capitoli, quindi sono a un quarto. Vista così fa meno paura.

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    2. Oddio, sono quasi alla fine Tenar, e non ho mai contato i capitoli. A volte mi pare quasi miracoloso che esca qualcosa di buono con il mio non-metodo. Sandra

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  6. Ne sono contento! Ma come lettore devo dire che arranco tra duemila cose senza combinare niente... :(

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    1. Guarda, in questi giorni io ho tre cose da fare e non combino niente lo stesso e non solo come lettrice...

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  7. Io non credo di poter utilizzare le mie esperienze passate come un parametro di valutazione, dal momento che risalgono a molti anni fa, quando ero una pivellina.
    il mio romanzo procede con lentezza esasperante. Quest'inverno ho scritto senza seguire un ordine preciso (seguendo il consiglio di un tuo vecchio post, ho trattato i singoli capitoli come mini-racconti, che poi inserirò con le opportune modifiche) con una lentezza esasperante, e ora mi sembra quasi di non aver combinato niente, anche perché non so così: il mio lavoro mi è servito a prendere confidenza con la storia e con i personaggi, nonché a togliermi un po' di ruggine dalle mani dopo la lunga pausa. Ora da qualche mese sto seguendo l'ordine di scaletta. Non sto lavorando male, anche se la storia mi sembra molto, molto caotica. L'obiettivo è arrivare alla fine della stesura. Poi vedremo. :)

    Ottima idea quella di usare il blog come diario di bordo. Lo faccio anche io, e aiuta molto a mantenere il contatto con la storia, a essere consapevole di ciò che sto facendo.

    In bocca al lupo! :)

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    1. Io non riuscirei mai a scrivere senza andare banalmente dall'inizio alla fine, che se poi introduco una minima differenza rispetto alla scaletta devo modificare tutto a ritroso... Un incubo!
      E che crepi il lupo!

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  8. Grazie per le info. Scusate se posto qui, ma per caso qualcuno sa qualcosa di questo filmato che gira in rete? Non ho capito se è un teaser di un programma nuovo o che altro... https://www.facebook.com/video.php?v=969121293119864

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  9. Bell'articolo Tenar, brava. Per te è il capitolo 10, per me è pagina 80. Trovo un po' di conforto in questo articolo, almeno non sono l'unico ad avere uno spauracchio fissato a un numero. Ci facciamo compagnia a vicenda? :)

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    1. Certo! Anch'io trovo un po' di conforto da questa tua confessione!

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  10. Non ho mai individuato un punto preciso della storia che mi facesse quell'effetto, ma il momento arriva sempre: "Non è che sto perdendo tempo? Sono sicura che questa storia valga qualcosa?" E no che non lo sono, in questo momento meno che mai, perché come te mi trovo a scrivere qualcosa di diverso dal mio solito. E buona navigazione... alla cieca! ;)

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  11. Meno male che non ti sei arenata al capitolo X, sbrigati a finirlo perché tra un paio di giorni avrò letto tutto quello che hai pubblicato e sento già salire l'astinenza! "La roccia nel cuore" è bellissimo! Ti direi che mi tiene sveglia di notte, ma ammetto che quella è colpa del cambiamento di fuso orario ;)

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    1. Ti ringrazio molto, davvero felice, felice, felice che ti piaccia.
      Comunque adesso sono arenata al capitolo 13...

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    2. Nooo... non proprio il 13... se fossi superstiziosa ti direi di scrivere assolutamente il 14 prima di venerdì.

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    3. L'idea è di arrivare al 15 per sabato... Da domani lavori forzati!

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