lunedì 8 febbraio 2016

The hateful eight – Visioni


Il mio rapporto con Tarantino è complicato.
Da un lato penso che lui sia un serial killer mancato, uno che, grazie al cielo, sublima con il cinema la sua compulsione a uccidere, squartare e far esplodere le persone, in grado di ragionare, ma non di provare empatia. Insomma, un pochino mi disturba.
Dall'altro è uno dei più grandi registi che il cielo ci abbia mandato, uno che non sbaglia un'inquadratura che sia una e il mio sommo amore per il cinema non può che ringraziare per la sua esistenza.
A complicare il mio rapporto con questo film in particolare è il fatto che l'idea di spararmi per il secondo fine settimana consecutivo un western gelido dalla durata immensa un po' mi spaventava. Sentivo di aver già dato con The Revenant (soffrendo anche un po').

La prima cosa che ho pensato, quando dal crocefisso di legno innevato l'immagine si allarga è che siamo tornati negli anni '50, quando il western lo sapevano fare.
Tarantino rispolvera un tipo di pellicola desueto (qui per uno scanzonato ma completo giudizio tecnico) per creare immagini che al giorno d'oggi nessuno fa più perché nessuno sa più fare. Come sempre, Tarantino è un dio della regia e non c'è nulla di ciò che è inquadrato che non abbia senso. I campi lunghissimi dell'esterno con un uso della luce che è completamente diverso da quello di Inarritu, ma altrettanto bello, gli interni densissimi di particolari di sfondo, i giochi di messa a fuoco e di sfocatura. I "difetti" tipici della vecchia pellicola che vengono usati per creare senso narrativo. C'è poco da fare. È cinema allo stato puro. Impietoso il contrasto con le mille, splendide inquadrature prive di senso narrativo di Inarritu, qui non c'è una sfocatura fuori posto.

La storia è uno strano miscuglio di giallo classico e western cattivo. Otto personaggi si trovano chiusi in un emporio durante una tempesta. Tutti mentono. Ogni racconto che sentiamo è falso, su più piani di falsità e sarà difficile (eufemismo) uscirne vivi.
Io non amo i monologhi tarantiniani. Quindi l'ambiente western, con i suoi personaggi chiusi, che costringe la scrittura di tarantino a farsi sincopata, più botta e risposta, a mio gusto migliora la cosa. Il  balletto della falsità regge alla grande e devo dire che mi sono sommamente divertita, fino a che il sangue non ha iniziato a scorrere davvero.
Non so se è il mio scarso amore per le mattanze tarantiniane, che ho trovato la cosa così fortemente fuori luogo, tutta questa lunga costruzione in punta di fioretto che finisce in modo così poco sottile. Così tanrantiniano.

Ecco, alla fine siamo sempre lì. Mi piace Tarantino quando dirige e fa parlare (non monologare) la sua umanità sporca e bastarda, meno quando inizia a massacrarla, sempre con delle inquadrature perfette, sia chiaro, sempre con coerenza, persino con le racchette da neve che diventano ali, io smetto di divertirmi.

C'è da dire, però, che se devo scegliere tra un'umanità brutta, incattivita dalla sorte, dall'incapacità di uscire dai propri stereotipi e instupidita dal gelo, scelgo quella di Tarantino, piuttosto che quella di Inarritu.
Da una parte abbiamo un film con vette di perfezione tecnica, girato con boria estrema e una semplicità di contenuti a tratti fastidiosa. Dall'altra Tarantino che per certi versi non innova, prosegue semplicemente il proprio percorso, mette in scena con perizia spettacolare un'umanità miserevole, ma guardata con ironia. L'ironia, almeno per me, fa la differenza.

Infine, una prece per la chitarra storica spaccata davvero sul set al posto della sua ricostruzione.

14 commenti:

  1. Ecco qui la tua rece, particolare visto il tuo rapporto con QT.
    The Revenant non l'ho visto, ma suppongo mi possa piacere sicuramente meno di questo.
    Hateful Eight più ci penso più sale in classifica... io amo quando in un secondo (in un secondo vero) va tutto alla malora.
    Tarantino, come giustamente dici, è Tarantino, e prosegue per la sua strada (pulp).

    Vero, regia impeccabile.

    Moz-

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    1. Tra i film di Tarantino è tra quelli che mi è piaciuto di più, forse perché amo molto il western e si vede anche il buon Quentin lo ama e lo conosce davvero. Poi, ecco, i suoi film non sono tra quelli che rivedo fino a impararli a memoria, ma per la nostra generazione è e rimane un regista imprescindibile.

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  2. Non mi attira. Ma sta mattina due colleghi hanno passato mezza mattina a discutere se fosse bello oppure no, senza considerare il gusto personale.
    Sandra

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    1. È un film che fa discutere, perché è anomalo e strabordante.
      A mio avviso sì, gusti personali a parte (io per prima preferisco altro) è un gran film, anche se qualche taglio qua e là non avrebbe guastato.

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  4. Ai tempi d'oro in cui frequentavo le sale cinematografiche con mio marito (allora ancora fidanzato), di Q.T. abbiamo visto tutto. Io lo adoro. Ora, però, raramente riusciamo ad andare al cinema: sai quanti film mi sono persa... negli ultimi venti anni! :(

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    1. Ottima scusa per ricominciare ad andare al cinema! (Ormai i ragazzi possono accompagnarvi o vedere nel mentre un'altra pellicola)
      Sai che non ti facevo per nulla tarantiniana? È bello come post dopo post scopriamo sempre nuove sfaccettature.

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  5. Uh, Pulp Fiction visto non si conta più quante volte, Le iene, killing Zoe... Sì, ora godiamo di una libertà maggiore: forse è proprio tempo di riprendere le buone, vecchie, abitudini!

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  6. A me non è piaciuto, l'ho trovato veramente noioso. Su 3 ore di film, almeno 2 sono di chiacchiere. Troppe. Poi mezzora di sangue e finisce lì.
    Questa volta per me non ci ha preso.
    Concordo sulle inquadrature, bellissima la fotografia, interessante la storia, ma troppe chiacchiere che hanno rallentato al massimo il film.
    Il sangue, Tenar, fa parte di Tarantino. Mi sarei meravigliato se non ci fosse stato. Forse era troppo: che veleno ti fa vomitare 10 litri di sangue? :)
    Hanno distrutto una chitarra antica? :/

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    1. Sì, dovevano sostituirla con una replica dopo la fine della canzone, ma si sono dimenticati e... Ops...
      Al netto dell'apprezzamento per il girato, ottimo sia per The Revenant che per questo è inevitabile che subentri il gusto personale, in effetti ti immagino di poche parole, più affine al sentire di Inarritu che a quello di Tarantino.

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    2. Non proprio, a me Tarantino piace molto. Kill Bill è un capolavoro, ma anche altri. In questo film per me ha esagerato coi dialoghi.

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  7. Io vorrei vedere "Revenant", questo invece non mi attira molto e Tarantino non mi piace (invece il genere western mi piace parecchio, anche mescolato ad altri generi come sembra essere "The Hateful Eight").

    Dici bene, anche secondo me Tarantino è un serial killer mancato. "Le Iene" l'avevo trovato quasi insopportabile in alcuni punti!

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    1. Però ha un occhio registico di prima grandezza. E tutto sommato sono contenta che abbia deciso di darsi al cinema e non all'omicidio. Per questo è il caso di finanziarlo e dargli conferme, se no al primo flop ci fa una strage...

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  8. Ho visto quasi tutti i film di Tarantino, e mi sono piaciuti tutti, a parte di Grindhouse, che ha una sceneggiatura tra il ridicolo e il fastidioso. Hateful eight in effetti mi ispira molto.

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