giovedì 20 agosto 2015

Expo!

Inevitabile, almeno per chi abita in zona, la gita all'Expo.
Inevitabile anche il post di commento.

UNA QUESTIONE DI ASPETTATIVE
Vivendo relativamente vicina all'area dell'Expo sono stata precocemente esposta a tutta una serie di polemiche e obiezioni sull'evento in sé e sulla sua realizzazione che in parte trovo condivisibili.
Tralasciando i più che legittimi dubbi sulla trasparenza degli appalti, la destinazione finale del sito, la gestione degli sprechi all'interno della manifestazione, una gestione dell'informazione non sempre all'insegna della trasparenza, dal punto di vista del visitatore, molto è una questione di aspettative.
L'Expo è un'esposizione internazionale in cui i vari stati si mettono in mostra, si fanno conoscere, creando installazioni e attrazioni più o meno inerenti a un tema, in questo caso "Nutrire il pianeta". Né più né meno. Inutile pensare di accedere all'Expo con lo stesso spirito con cui si va a una giornata di studio, inutile pretendere autocritica dagli stati che vogliono promuoversi e mostrarsi al meglio. Inutile pretendere che non siano gli stati più nazionalisti/quelli con una necessità più o meno impellente a ripulire la propria immagine a mettersi più in mostra. Tutti cercano di presentarsi come dei posti meravigliosi in cui chiunque vorrebbe vivere, anche quando si tratta di paesi con risaputi problemi nel rispetto dei diritti umani. Non credo si debba pretendere da questa manifestazione quello che non è. Tutto questo, come la presenza anche invasiva delle multinazionali, fa parte del mondo in cui viviamo, Expo espone uno status quo, piuttosto che proporre valide alternative per un mondo migliore. Non è e non può essere il social forum.
Accettato questo fatto, si può decidere o meno di visitarlo.
Personalmente io sono andata per trascorrere una giornata diversa, vedere cose insolite e mangiare solo cibi che non avessi mai assaggiato. I miei obiettivi sono stati raggiunti.

INIZIAMO BENE...
Sono partita dalla stazione di Arona, insieme a un foltissimo gruppo di turisti italiani e stranieri che hanno scelto di soggiornare sui laghi e di visitare l'Expo in treno.
Come promesso i treni erano numerosi, però...
Io ho viaggiato molto in treno e non mi faccio alcune illusioni sulle ferrovie italiane. Tuttavia il mezzo che ci ha portati all'Expo non so dove sia stato recuperato e di certo era tenuto insieme solo dalla sporcizia. Durante gli anni dell'università, ho viaggiato molto in Europa con mezzi pubblici e i treni dei paesi dell'est erano infinitamente meglio di questo. Nelle facce schifate dei turisti stranieri si vedeva la conferma dei loro peggiori pregiudizi.
Poi va detto che il treno è arrivato in orario e l'ingresso (con la sua ora e mezza di coda) era proprio a due passi.
Al rientro il treno sembrava necessitare un pochino meno di una immediata decontaminazione, però aveva 10' di ritardo ed emanava inquietanti odori (del tipo "si è fuso qualche elemento essenziale e stiamo per andare in pezzi..."). 

TRA CREATIVITÀ E FUORI TEMA
L'Expo è bello. Sfido chiunque a negarne il mero valore estetico. I padiglioni vanno dall'elegante al folle, con tutta una serie di gradazioni nel mezzo. Gli architetti si sono sbizzarriti nella costruzione di strutture ardite o giardini verticali. Io ho apprezzato molto anche quelli orizzontali e le foto dei fiori dei post di scrittura delle prossime settimane arriveranno principalmente da lì. Complice il clima gradevole, passeggiare tra padiglioni e giardini è già cosa che valga il prezzo del biglietto.
Poi all'interno dei padiglioni ognuno ha dato sfogo alla propria creatività/afflato nazionalistico per cercare di creare qualcosa di memorabile sul tema "nutrire il pianeta".
Alcuni stand erano semplicemente troppo inflazionati, andando in una delle giornate di massima affluenza me lo aspettavo e, anche se un po' di rimpianto per Giappone e Corea rimane, ho comunque visitato un gran numero di paesi.
Sull'effettiva aderenza al tema ci sarebbe molto da dire. Chissà se l'Azerbaigian ha avuto dei problemi di traduzione? Il suo bel padiglione aveva palesemente come tema la musica, con qualche cibo posticcio messo all'ultimo momento per aggiustare il tiro, come i temi di certi alunni, che parlano di tutt'altro e poi nell'ultima frase cercano di rimediare...
Il Turkmenistan si è messo di grande impegno per spiegare dove si trovasse, ma più che gasdotti e oleodotti non aveva da presentare, mi rimane l'idea che lì mangino derivati del petrolio...
L'Angola, invece, si è applicata moltissimo, in un padiglione enorme e fin troppo ricco, da cui, però, si poteva uscire con una massa encomiabile di nuove informazioni.
Qualcuno la butta più sul gioco, sfido chiunque, mentre affronta la rete del Brasile, attento a non cadere, a pensare al suo significato profondo e anche il bel padiglione della Germania mi ha divertito, con le sue molte istallazioni interattive, più che portato a ragionare.
Lo stand che mi ha convinto di più, nel suo tentativo di accattivarsi il pubblico è stato quello del Belgio. Prima ti offre un assaggio di cioccolato (uno dei pochissimi gratuiti) e poi propone una dimostrazione chiara e interessante di cultura idroponica.
Altri stand, invece, sembravano usciti direttamente da Gardaland con un raro mix di pacchianeria e pessimo gusto. Molti li si poteva individuare ed evitare facilmente, ma mi ha fregato la Malaysia, con la sua foresta pluviale finta che, in mezzo a tante serre vere, rasentava l'imbarazzante.
Molto bello lo stand del Nepal, allestito nonostante il terremoto. Qualcuno ha obiettato che non centra nulla col cibo, ma io ho il sospetto che non sia così. Come nutrire il pianeta? Preghiamo Budda e speriamo in bene... Potrebbe anche essere una delle risposte più oneste...

CIBO E PREZZI
L'Expo si paga. Si paga il biglietto per entrare e, una volta dentro, quasi nulla è gratis. Ci sono i distributori gratuiti d'acqua, il buon assaggio belga, qualche sparuto stuzzichino offerto e poi si paga tutto. 
Consapevole di questo, devo dire che l'aspetto gastronomico è stato comunque quello che mi ha convinto di più.
Il te all'acqua di rose del Bahrein mi ha probabilmente salvato la giornata. Dopo il viaggio in treno e l'ora e mezza di coda non ero molto ben disposta, ma il te delizioso nell'oasi verde ha cambiato il mio umore. Un paio di euro ottimamente investiti.
Per il pranzo, avevo letto che uno dei migliori rapporti qualità/prezzo si trovava nel cluster dei paesi aridi. In effetti il pranzo eritreo a 9€ comprendeva un piatto (commestibile, di pane) con quattro pietanze e una bibita. A parte la contraddizione di avere della vera cucina eritrea e delle bibite di multinazionale e la difficoltà di consumare il pranzo senza posate, come da tradizione, ho trovato la scelta molto soddisfacente, tanto da informarmi su dove ci sia un ristorante eritreo.
È seguita la granita turca al melograno, un po' cara (3€), ma abbondante (e poi sono di parte, perché adoro il melograno in ogni sua forma).
A cena eravamo un po' cotti e quindi ha vinto l'Iran per la calma e l'eleganza del ristorante. 20€ per un piatto unico è un po' troppo, ma si trattava di una preparazione non semplice e che si pagava anche la forma e il buon servizio.
Alla fine mi sono concessa anche il waffel al cioccolato fondente (che comunque non avevo mai assaggiato), di sicuro caro, ma delizioso.
Va detto anche che ero convinta che questo mio mangiare allo stato brado avrebbe avuto un prezzo non solo economico. Invece è bastato evitare gli ingredienti che so di non digerire per arrivare a casa, dopo 11 ore trascorse all'interno dell'Expo con appena un velo di mal di testa, subito stroncato da una buona notte di sonno.
L'impressione è, quindi, di aver mangiato cose buone e di buona qualità, pagate sicuramente care. Si è trattato di un vero viaggio nella gastronomia di paesi difficilmente accessibili, con sapori inediti per il mio palato. Per quel che mi riguarda, quindi, il cibo dell'Expo è promosso a pieni voti. Consiglio, magari, un po' di pianificazione su questo aspetto, in modo da ottimizzare la spesa, ma assolutamente, se andate, non negatevi dei cibi un po' fuori dai vostri soliti circuiti alimentari, potrebbe proprio valerne la pena.

8 commenti:

  1. Questo post calza giusto a pennello: in ottobre andrò anch'io a visitare l'expò. In macchina. Da Roma! Ma staremo qualche giorno a Milano, così ammortizziamo spese e fatica! :)

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    1. Non so se io avrei fatto appositamente un viaggio così lungo apposta, ma Milano offre anche molte bellezze e sicuramente ne varrà la pena. Credo che l'opzione Expo + Milano sia la migliore per chi viene da fuori.

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  2. Direi che siamo allineate sull'impressione generale/di fondo. E abbiamo mangiato lo stesso Waffel, prelibato! Sandra

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    1. Sì, imperdibile! E non mi sono neppure sporcata!

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  3. Ciao, io ho confermato il biglietto per il 25 agosto, vado con un'amica che ci è già stata un paio di volte e che quindi può guidarmi con cognizione di causa. Il Waffel l'ho già mangiato a Gand e quindi so già che è buonissimo.

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    1. Buona visita, allora! Poi facci sapere le tue impressioni!

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  4. Ciao io andrò giovedì 27 agosto. Mi sono diligentemente annotata tutti gli spunti. Mi manca dove si mangia il waffel....

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    1. Al cluster del cioccolato, ma non preoccuparti, io li ho trovati a fiuto!

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